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Chi vuole davvero la chiusura delle cave?

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Il fermo delle cave non è colpa degli ambiestalisti, ma della miopia degli imprenditori

Il dibattito di questi giorni sta diventando surreale. Se sono comprensibili i timori per l’occupazione, sono incomprensibili sia i tentativi di consentire la prosecuzione dell’attività nelle cave responsabili dell’inquinamento delle sorgenti, sia l’opposizione a adottare in tutte le cave misure di prevenzione dell’inquinamento.

È bene chiarire che le misure anti-inquinamento non sono un optional, ma un obbligo di legge e che il fermo delle cave inquinanti non è colpa degli ambientalisti, ma l’inevitabile frutto dell’insipienza e miopia degli imprenditori.

Un imprenditore lungimirante sa bene che lavorare in modo da prevenire l’inquinamento è l’unica misura seria per garantire la continuità lavorativa e l’occupazione, senza esporre le cave a duri contraccolpi produttivi.

 

Imprenditori seri tengono pulite le cave, senza farselo chiedere da nessuno

Se dunque Legambiente chiede inascoltata da anni un’ordinanza “cave pulite come uno specchio” è solo perché a Carrara manca una vera classe imprenditoriale: un’impren­ditoria seria avrebbe attuato di propria iniziativa le misure di prevenzione ambientale, senza farselo chiedere da nessuno!

Ma nel concreto, pulire quotidianamente con spazzolatrici aspiranti le superfici di cava da marmettola e terre è davvero una misura tanto sconvolgente?

 

Misure ben più impegnative sono già state adottate contro gli idrocarburi, senza alcun sconvolgimento!

Lo sembravano anche le misure prese a seguito dell’inquinamento da idrocarburi del 1991: vasche di contenimento coperte per fusti di olio vergine ed esausto, organizzazione del sistema di conferimento degli oli esausti con relativo registro di carico e scarico, vasche di contenimento e pistole erogatrici per i serbatoi di carburante, area impermeabilizzata per la riparazione e manutenzione dei mezzi meccanici, dotazione di materiali oleoassorbenti, raccolta immediata delle acque di taglio e loro trattamento e ricircolo, denuncia di detenzione dei trasformatori con PCB e adozione delle relative misure, rimozione e smaltimento di ogni genere di rifiuti, ecc.

Eppure tali misure sono state adottate da tutte le cave senza alcun sconvolgimento ed, anzi, hanno consentito la serena prosecuzione dell’attività produttiva, sanando l’acuto conflitto sociale (ricordiamo le 5400 firme di cittadini che chiedevano la chiusura di tutte le cave fino al loro completo adeguamento alle misure di prevenzione ambientale).

Con quelle misure, l’inqui­namento da idrocarburi è diventato solo uno spiacevole ricordo. Perché oggi dovrebbe essere impossibile risolvere l’inquinamento da terre e marmettola?

 

Difendere il diritto ad inquinare: la via più sicura per portare alla chiusura delle cave!

È bene che ciascuno si assuma appieno le proprie responsabilità: opporsi sia alla prevenzione ambientale sia a misure restrittive nei confronti delle cave inquinanti significa difendere il “diritto ad inquinare” e conduce, prima o poi, a situazioni esplosive; è una posizione non solo arrogante e insostenibile, ma anche perdente, come l’esperienza Farmoplant ha dimostrato.

Contrapporre il diritto dei cavatori all’occupazione al diritto dei cittadini all’acqua potabile è un falso dilemma: i due diritti si salvano assieme o cadono entrambi.

L’unica strada per scongiurare davvero contraccolpi occupazionali è l’adozione in cava di misure preventive per le sorgenti. Stupisce che non vi siano imprenditori lungimiranti che abbiano intrapreso questa strada e, ancor più, che la difesa delle sorgenti sia assente nelle piattaforme di lotta dei cavatori.

Carrara, 29 giugno 2007
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Sulle problematiche tra cave e inquinamento delle sorgenti:

Cosa (non) si fa per la protezione delle sorgenti?  (16/1/2010)

Nubifragio: sorgenti torbide per lo smaltimento abusivo delle terre  (11/7/2009)

Gestire le cave rispettando l’ambiente e i cittadini: le proposte di Legambiente  (11/1/2007)

Assindustria protesta per l’ordinanza alle due cave che inquinano le sorgenti. Ha ragione: l’ordinanza dovrebbe essere estesa a tutte le cave! (25/6/2007)

Ordinanza a due cave che inquinano le sorgenti. Era ora! Bravo sindaco!  (21/6/2007)

A difesa delle sorgenti: occorre trasparenza e porre ordine alle cave  (21/3/2006)

Come le cave inquinano le sorgenti (conferenza, illustrata)  (17/3/2006)

Come le cave inquinano le sorgenti. Ecco le prove. Come evitarlo (Conferenza, relazione di Giuseppe Sansoni, 17/3/2006: PDF, 3,2 MB)

Conferenza Cave e inquinamento sorgenti       (17/3/2006) (pps: 11,2 MB)

Inquinamento delle sorgenti. Mancano i filtri? No, manca la prevenzione!  (4/12/2005)

 


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