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Cave e inquinamento delle sorgenti: si continua a negare l’evidenza

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Dichiarazioni di principio condivisibili, ma nel concreto si nega l’evidenza

 

Il “progetto di riassetto complessivo dei bacini marmiferi carraresi”, presentato a CarraraFiere il 31 gennaio e in questi giorni oggetto di consultazione tra sindaco, associazioni di categoria e sindacati, contiene diverse proposte condivisibili finché restano nel generico, ma molto preoccupanti non appena entrano nello specifico. Ne affrontiamo ora un solo esempio.

Come non concordare, infatti, sulla dichiarazione generica che la salvaguardia ambientale è considerata, nell’ambito del progetto, una priorità assoluta?

Scendendo però nello specifico, il progetto si propone di approfondire le interferenze delle cave sulle risorse idriche per “verificare la possibilità di inquinamento delle sorgenti con inerti, colibatteri e altri inquinanti (in particolare idrocarburi), al fine di scongiurare o limitare questo rischio”. Prosegue dicendo che “i risultati degli approfondimenti e delle verifiche dovranno essere tenuti presenti nella pianificazione dei comparti produttivi”.

In altre parole, l’inquinamento delle sorgenti da parte delle cave è presentato come ipotesi da approfondire, al fine di individuare eventuali misure da adottare in futuro. Tale impostazione rivela un livello incredibile di ignoranza delle problematiche –tale da togliere ogni credibilità all’intero progetto– o, peggio ancora, la deliberata intenzione di negare l’evidenza.

 

Una valanga di studi ha già dimostrato che le cave inquinano le sorgenti

 

La connessione diretta tra lavorazioni di cava e inquinamento delle sorgenti è, infatti dimostrata già da oltre 40 anni, quando nelle vasche di raccolta delle sorgenti si rinveniva la sabbia silicea proveniente dal lago di Massaciuccoli, allora usata per il taglio col filo elicoidale.

Da allora, molti altri studi hanno sistematicamente confermato tale connessione diretta:

  • negli anni ’90 la relazione del Servizio multizonale di prevenzione ambientale dell’USL (1991), a seguito dell’inquinamento da oli esausti di quasi tutte le sorgenti di Carrara (Pizzutello, Gorgoglio, Carbonera, Tana dei Tufi, Ratto, Martana, Canalie, 5 Fontane, Torano, Ravenna, Pero, Ospedale) e di alcune di Massa;
  • la relazione del prof. Alfonso Bellini, consulente tecnico del P.M. (1992);
  • la relazione del prof. Giovanni Pranzini, perito di parte del Comune di Carrara, sull’inqui­na­mento delle sorgenti del gruppo di Torano (1991).

Ma venendo a tempi più vicini, va ricordata una decina di rapporti, relazioni, studi svolti nel 2000-2002, commissionati dal Comune di Carrara al Consorzio Pisa Ricerche e dall’AMIA al CNR-Istituto di Geoscienze e Georisorse di Pisa.

Queste ricerche sul campo, basate su studi isotopico-idrodinamici e, in massima parte, sull’uso come tracciante di spore di licopodio colorate, hanno dimostrato in modo inequivocabile che:

  • le spore di licopodio (una polvere finissima, come la marmettola) liberate in una cava si ritrovano in più sorgenti; perciò una cava inquina più sorgenti;
  • ciascuna sorgente è inquinata da più cave, non necessariamente ad essa vicine, ma anche distanti km;
  • attraverso la circolazione carsica, le spore di licopodio sono in grado di attraversare per via sotterranea le montagne e di raggiungere anche sorgenti situate in valli diverse da quelle delle cave.

 

È ora di applicare i risultati degli studi: ordinanza cave pulite come uno specchio!

 

Non vi è dunque più nulla da dimostrare e approfondire: le stesse recenti ricerche pagate dal Comune di Carrara ci dicono che qualunque materiale presente sulle superfici di cava e suscettibile di essere dilavato dalle acque piovane (marmettola, idrocarburi, acque di taglio, ecc.) si infiltra nelle fessure del marmo e, attraverso la circolazione carsicafinisce inesorabilmente nelle nostre sorgenti.

L’abituale presenza nelle cave di uno spesso strato di fanghiglia di marmettola e di cumuli di terre a cielo aperto (migliaia di tonnellate) sono la prova più evidente sia di un modo di lavorare sprezzante verso i cittadini, costretti a bere questi rifiuti disseminati in cava, sia della colpevole inerzia dell’Amministrazione comunale.

Perciò, se l’Amministrazione vuole davvero tutelare le nostre sorgenti non ha bisogno di nuovi studi; sa già benissimo cosa fare: imporre alle cave di tener pulite come uno specchio tutte le superfici e revocare la concessione a quelle inadempienti. Tra l’altro, si ridimensionerebbe come per incanto anche il problema delle polveri in città.

 

Meno propaganda, più azioni concrete

 

Proporsi di indagare nuovamente sull’eventualità che le cave possano inquinare le sorgenti ha perciò un solo gravissimo significato: negare l’evidenza, eludere i problemi, non adottare misure di tutela e lasciare ancora per anni le nostre acque potabili in balia di ogni inquinamento. Esattamente il contrario degli intenti generici dichiarati nel progetto!

Evidentemente il convegno “il marmo oltre il marmo” è stato preparato dai politici senza nemmeno consultare i propri tecnici, che ben conoscono questi aspetti. La deprecabile scelta di convegni propagandistici “blindati”, in cui non è previsto nemmeno il dibattito, può proteggerli dalla scomoda evenienza di interventi che ricordino i veri problemi. I cittadini, però, preferirebbero dal sindaco meno propaganda e più azioni concrete.

Carrara, 10 febbraio 2006
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Sulle problematiche tra cave e inquinamento delle sorgenti:

Cosa (non) si fa per la protezione delle sorgenti? (16/1/2010)

Nubifragio: sorgenti torbide per lo smaltimento abusivo delle terre (11/7/2009)

Gestire le cave rispettando l’ambiente e i cittadini: le proposte di Legambiente (11/1/2007)

Assindustria protesta per l’ordinanza alle due cave che inquinano le sorgenti. Ha ragione: l’ordinanza dovrebbe essere estesa a tutte le cave! (25/6/2007)

Ordinanza a due cave che inquinano le sorgenti. Era ora! Bravo sindaco! (21/6/2007)

A difesa delle sorgenti: occorre trasparenza e porre ordine alle cave (21/3/2006)

  Come le cave inquinano le sorgenti. Ecco le prove. Come evitarlo (Conferenza, relazione di Giuseppe Sansoni, 17/3/2006: PDF, 3,2 MB)

Come le cave inquinano le sorgenti. Ecco le prove. Come evitarlo (Conferenza, relazione di Giuseppe Sansoni, 17/3/2006: PDF, 3,2 MB)

Inquinamento delle sorgenti. Mancano i filtri? No, manca la prevenzione! (4/12/2005)

 Impatto ambientale dell’industria lapidea apuana (340 KB)

Sullo smaltimento abusivo delle terre:

Smaltimento terre di cava: per smuovere il Comune ci vuole il TG (29/11/2011)

Le polveri evitabili – 3. (quelle del sindaco) (VIDEO, 16/9/2010) durata: 18’ 05”

I bisonti del marmo: polveri a volontà (VIDEO, 15/4/2010) durata: 7’ 13”

Fanghi di cava gratis su Miseglia (VIDEO 28/12/2010) durata: 10′ 26″

Miseglia invasa dai fanghi di cava: fino a quando? (28/12/2010)

Cosa (non) si fa per la protezione delle sorgenti? (16/1/2010)

Nubifragio: sorgenti torbide per lo smaltimento abusivo delle terre (11/7/2009)

Ponti di Vara: altri due smaltimenti abusivi di terre di cava (7/6/2009)

Via d’arroccamento Calacata: ancora uno smaltimento abusivo di terre (1/4/2009)

Pulcinacchia: è bastata una pioggia per spazzare via le terre abusive e le rassicurazioni del sindaco (6/3/2009)

Cave, terre, detriti: ma è poi così difficile far rispettare le regole? (28/2/2009)

Via d’arroccamento Pulcinacchia: documentato lo smaltimento abusivo di terre (17/2/2009)

Sulla tolleranza del Comune verso lo smaltimento abusivo delle terre:

Il sindaco rassicura: lo smaltimento delle terre è monitorato. Infatti lo è, ma aumenta continuamente! (24/8/2009)

Pulcinacchia: smaltimento abusivo di terre. Il sindaco si precipita a scagionare i responsabili (20/2/2009)

Smaltimento abusivo di terre nelle cave. Il segretario generale Tonelli istiga al reato (16/2/2009)

Cave e terre: quando l’illegalità diventa diritto acquisito (col beneplacito del sindaco) (13/2/2009)


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