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Il percorso partecipativo sul water front promosso da AmareMarina: quale futuro per il fronte mare?

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Nota di redazione

Il 19/11/2010, a Montaione, il processo “Porto le mie idee” ha vinto il primo premio per la miglior esperienza partecipativa Toscana (ex aequo con il processo “Se io fossi sindaco – nuove proposte per 20mila” di Colle Val d’Elsa).

Particolarmente apprezzata è stata l’autonoma iniziativa di un’associazione di cittadini su un tema di grande rilevanza e complessità. Un motivo di orgoglio per la nostra città; un motivo di riflessione per i suoi amministratori. 



 

Premessa

 

La presentazione del Nuovo Piano Regolatore Portuale
 

Nel 2002 viene presentato dall’Autorità portuale il Nuovo Piano Regolatore Portuale che prevede una notevole espansione portuale a levante del porto di Marina di Carrara [Nuovo Piano Regolatore Portuale: Relazione generale (6,2 MB)] e, in particolare:

  • notevole espansione del porto commerciale, fino al torrente Carrione;
  • prolungamento in mare, per 600 m, del torrente Carrione;
  • creazione di un adiacente grande porto turistico, dal Carrione al fosso Lavello (che verrebbe deviato e immesso nel Carrione);
  • restringimento della carreggiata stradale lungomare (per creare una viabilità dedicata al traffico pesante portuale), con conseguente congestione del traffico urbano;
  • costruzione di una “barriera verde” (in realtà un muro rinverdito, alto 4 m) al duplice scopo di separare la viabilità urbana da quella portuale e di impedire l’accesso al porto da parte di malintenzionati: è il cosiddetto “muro” che sarà fortemente contestato, in quanto l’esatto contrario di un water front (che dovrebbe unire, anziché separare, Marina dal suo porto).

 

Il Piano, contestato, è bocciato dal Ministero
 

Legambiente e Associazioni di operatori turistici, nell’ambito della procedura di VIA, presentano osservazioni [Osservazioni di Legambiente al Nuovo Piano Regolatore Portuale: 20 KB] opponendosi al piano per le conseguenze su:

  • erosione costiera;
  • congestione del traffico legata al suo incremento e al restringimento della viabilità;
  • eliminazione della vista del mare a causa del muro;
  • sottrazione di una buona fetta di litorale alla fruizione collettiva;
  • deviazione e tombamento del fosso Lavello.

Suggerisce, invece, di accogliere la nautica da diporto entro l’attuale porto, nel molo di ponente che potrebbe così essere aperto al passeggio dei cittadini ricongiungendo il porto alla città.

Il Ministero dell’Ambiente, considerate le osservazioni di associazioni ed enti, boccia il progetto.

 

Ripresentato il progetto: un water-front ancora più impattante
 

Dopo un periodo di calma, nel 2005, l’Autorità portuale ripresenta la parte di progetto che riguarda il water front [Relazione sommaria 2005: 134 KB]. Al posto del semplice muro di 4 m viene proposto un muro ancor più alto (da 8 a 4 m) e di notevole spessore, in modo da ospitare nel suo corpo negozi, bar, ecc. [Prospetto illustrativo della filtering line: 5,1 MB].

La popolazione e le associazioni insorgono e contestano il progetto con manifestazioni e numerose iniziative.

 

AmareMarina si fa promotrice di un percorso partecipativo e ottiene il finanziamento regionale
 

Alla fine il Comune sospende il progetto, ma insiste sulla necessità di “fare qualcosa” per non perdere i finanziamenti ministeriali (25,9 milioni di euro) stanziati [Decreto Ministeriale 28/12/2004: 95 KB] per un intervento finalizzato a migliorare l’interfaccia porto città.

L’Associazione AmareMarina, al fine di coinvolgere i cittadini alle scelte sul futuro del territorio, presenta all’Autorità Regionale per la Partecipazione un progetto di percorso partecipativo sul water front (ai sensi della L.R. 69/2007) e ottiene il finanziamento.

 

Il percorso partecipativo “Porto le mie idee”

 

Professionalità e metodo scientifico
 

AmareMarina affida alla Sociolab l’incarico per gestire in maniera professionale la partecipazione dei cittadini.

Viene sorteggiato un campione stratificato di 80 cittadini, statisticamente rappresentativo della popolazione, che nel maggio e giugno 2010, dopo una fase di informazione [Presentazione Carla Gianfranchi: 143 KB; Presentazione Dariella Piolanti: 4,3 MB], documentazione e studio, inizia gli incontri di discussione ed elaborazione delle proposte.

La tecnica partecipativa prevalente, sempre supportata dai moderatori e facilitatori della Sociolab, è quella dei laboratori di discussione e di progettazione (“world cafè”): discussione in piccoli gruppi (10-15 persone), seguita dalla sintesi comune di quanto emerso dai diversi gruppi.

Il monitoraggio dei lavori, per garantire la trasparenza e l’indipendenza del percorso partecipativo, è stato assicurato dalla presenza di garanti (il “tavolo di accompagnamento”).

Anche la cittadinanza è invitata a fornire contributi, con altre modalità (posta elettronica, sito web dedicato) [Invito a partecipare: 138 KB].

 

Gli incontri e i relativi rapporti

 

Ecco i temi trattati nei cinque incontri.

1° incontro
Mappatura dei valori da tutelare e dei problemi da risolvere rispetto all’area in cui si dovrà inserire il progetto di water-front. [Rapporto del 1° incontro: 1,96 MB].

2° incontro
Acquisizione di informazioni e documentazione sul contesto in cui l’intervento si inserisce, sui progetti presentati dall’Autorità portuale, sugli strumenti di pianificazione del territorio e sulle posizioni dell’Associazione AmareMarina.
Le informazioni sono state acquisite dai partecipanti grazie alla guida informativa, al materiale messo a disposizione sul sito internet e agli incontri con l’Autorità portuale, l’Amministrazione comunale e l’Associazione AmareMarina. [Rapporto del 2° incontro: 1,3 MB].

3° incontro
Definizione di indicazioni generali per la progettazione. [Rapporto del 3° incontro: 1,2 MB].

4° incontro
Identificazione di esigenze puntuali condivise a cui la riqualificazione dell’area dovrebbe rispondere. [Rapporto del 4° incontro: 1,7 MB].

5° incontro
Proposta di alcuni spunti progettuali che potrebbero rispondere a queste esigenze. [Rapporto del 5° incontro: 1 MB].

Per la traduzione delle indicazioni dei partecipanti in veri e propri indirizzi progettuali è stato coinvolto il prof. Manlio Marchetta (coordinatore del Master in “Architettura sostenibile nelle città Mediterranee” presso il Dip. di Urbanistica dell’Univ. di Firenze).

Il Prof. Marchetta e il suo staff hanno effettuato sopralluoghi, letto i rapporti dei laboratori e presenziato agli incontri, compiendo un lavoro di analisi e di registrazione delle esigenze e delle raccomandazioni dei cittadini. Gli indirizzi progettuali così estratti sono stati sottoposti alla valutazione dei partecipanti negli ultimi laboratori di discussione.

La serietà del lavoro svolto dai cittadini e la professionalità dei tecnici che hanno gestito il percorso partecipativo sono evidenti dalla lettura dei rapporti.

 

I risultati del percorso partecipativo

 

Water-front: soluzioni leggere e reversibili
 

Come evidenziato nel rapporto finale [Rapporto finale: 3 MB], sebbene l’oggetto pel percorso partecipativo sia stato il water-front, la discussione non ha potuto prescindere da riflessioni più generali sul contesto nel quale esso si inserisce.

È emersa la necessità di progettare il water-front alla luce di una visione coerente sul futuro del territorio (Marina, futuro del porto commerciale, realizzazione del nuovo porto turistico), per scongiurare il rischio di realizzare un’infrastruttura “invariante” che costringa ad adattare ad essa la futura pianificazione urbanistica.

 

Scetticismo sul futuro del porto commerciale: aprirlo alla nautica da diporto

Dal diffuso scetticismo sul fatto che l’ampliamento del porto commerciale possa trainare lo sviluppo economico carrarese è emersa la necessità di conciliare la dimensione commerciale del porto (il cui futuro è percepito come molto incerto) con quella turistica (in maniera più o meno spinta).

Da qui la necessità di evitare errori irreversibili, quali un water-front finalizzato più ad aumentare la funzionalità del porto commerciale che a riqualificare il lungomare.

 

No al progetto del nuovo porto turistico: sì alla riqualificazione dell’area
 

La maggior parte dei cittadini si è espressa in modo fortemente critico sulla scelta di realizzare un nuovo porto turistico tra il Carrione e il Lavello (fortemente voluto dalle amministrazioni di Carrara e di Massa).

Anzi, per tale tratto di litorale, oggi degradato, si intravedono forti potenzialità –in quanto unico tratto di costa sul quale è possibile fruire di un contatto diretto con il mare– e si auspicano interventi di miglioramento della fruibilità.

 

Aspetti condivisi: valori da tutelare e problemi da risolvere
 

Sono stati individuati, come valori condivisi da tutelare, l’ampiezza dei viali a mare, le pinete e le aree verdi, gli affacci al mare nella parte di levante e di ponente.

Problemi condivisi sono, invece: la cesura tra parte di levante e di ponente, polveri e rumore da traffico pesante, il degrado di alcune aree (alcune aree portuali, affaccio al mare di levante), l’impatto visivo dei camion parcheggiati nelle aree del lungo porto, il rischio idrogeologico dell’area.

 

Le raccomandazioni
 

Le raccomandazioni emerse sono:

  • non aumentare gli spazi occupati dalle funzioni portuali;
  • recuperare spazi alla fruizione pubblica (es. aree retroportuali sul lungomare);
  • riqualificare il lungomare e il lungo porto in maniera flessibile, capace di adattarsi alle eventuali future trasformazioni socio-economiche e di non impedire riconversioni future delle aree;
  • concepire il water-front come un insieme di relazioni, più che come infrastruttura;
  • non restringere la carreggiata stradale, evitare ulteriori consumi di suolo e nuove infrastrutture.

 

Le soluzioni progettuali: una visione organica per la riqualificazione
 

Le soluzioni progettuali condivise dalla maggioranza dei partecipanti comprendono diversi interventi che, nel loro insieme, forniscono una visione organica per la riqualificazione del lungomare e lungo porto:

  • evitare infrastrutture pesanti (muri, sottopassi, tunnel);
  • procedere in modo organico, per fasi e con una strategia di lungo periodo;
  • riqualificazione a verde dei viali, giardini ed aree verdi nelle aree retroportuali, recuperare le pinete;
  • restaurare la facciata dei cantieri e del club nautico;
  • riqualificare i marciapiedi e inserire panchine, cestini, ecc.;
  • piste ciclabili lungo i viali e lungo il Carrione;
  • parcheggi per auto al posto di parte dei parcheggi per camion;
  • vincolare il passaggio dei mezzi portuali a determinati orari;
  • stendere asfalto fonoassorbente lungo i viali;
  • riqualificare l’area tra Carrione e Lavello (camminamenti, piste ciclabili, zone di sosta) [si veda, ad esempio, la Proposta di Legambiente “Un’idea per il fronte mare tra Carrione e Lavello”: 2,4 MB];
  • realizzare una passeggiata rialzata sul molo di levante;
  • sostituire il muro lungo il porto con una recinzione più gradevole;
  • realizzare terrazze a raso, come affacci alle attività del porto;
  • completare la passeggiata sul molo di ponente (sulla sommità del molo frangiflutti);
  • permettere il corretto sfocio a mare del Carrione, anche attraverso un ridimensionamento del piazzale Città di Massa;

 

Implicazioni del percorso partecipativo

 

Una lezione di democrazia
 

Oltre alle indicazioni pratiche, il percorso partecipativo ha rappresentato una “lezione di democrazia” [Dal processo partecipativo sul water front: una lezione di democrazia (19/7/2010)].

Oggi, infatti, chi governa la città sa che la popolazione non vuole ampliamenti portuali: vuole, invece, la riconversione più o meno spinta del porto commerciale in porto turistico e un generalizzato recupero di spazi, da riqualificare e riconsegnare alla fruizione dei cittadini.

Insomma la popolazione vuole l’esatto contrario di quanto perseguito dall’amministrazione comunale.

Le indicazioni emerse dal percorso partecipativo non sono vincolanti per l’amministrazione che, infatti, sembra fermamente intenzionata a proseguire per la sua strada.

A nessuno, però, può sfuggire l’importanza del percorso svolto. Chi, infatti, non recepisce le istanze espresse dalla popolazione fa più fatica a sostenere di governare in rappresentanza dei cittadini (grazie al mandato elettorale ottenuto) e, implicitamente, dimostra che, avendo conquistato il potere, si ritiene legittimato a decidere per conto dei cittadini, anche contro la loro volontà: una posizione indubbiamente più scomoda. 

 



Per saperne di più:

Sulla partecipazione alle scelte sul futuro della città:

Il garante regionale: «il regolamento del Comune di Carrara è legittimo, ma senza partecipazione non c’è buon governo del territorio» (23/8/2010)

Le associazioni scrivono al garante della Toscana «il Comune di Carrara svuota la legge sulla partecipazione» (17/8/2010)

Il Comune stravolge il regolamento regionale sul garante della comunicazione! Intervento in consiglio comunale (26/7/2010)

Dal processo partecipativo sul water front: una lezione di democrazia (19/7/2010)

Legambiente e Coldiretti chiedono un processo partecipativo per la variante al Piano Strutturale (19/1/2010)

Variante al piano strutturale: violata la legge sulla partecipazione. Appello al Difensore Civico regionale (26/10/2009)

ZTL: un’occasione di partecipazione sprecata (21/3/2009)

Sul porto commerciale e turistico e sul water front:

Basta al consumo del litorale: ospitare il porto turistico all’interno di quello commerciale (13/12/2010)

Porto turistico: le osservazioni al progetto Caltagirone (19/9/2010)

Porto turistico: un protocollo d’intesa nell’interesse di chi o a favore di che cosa? (3/1/2010)

Le manovre per l’ampliamento del porto. Le associazioni scrivono al Ministro dell’Ambiente (13/1/2007)

Legambiente nazionale chiede al Ministero dell’Ambiente di partecipare al tavolo tecnico sul porto (4/8/2006)

 


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