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Fossa Maestra: una lunga, oscura, trama

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Residence Fossa Maestra: campagna “Puliamo il mondo”, 28 settembre 2003.

 

1992: il Comune rilascia una licenza edilizia illegittima per il Residence

Per capire bene la vicenda della Fossa Maestra occorre fare un “rapido” salto indietro fino al 1992 quando il Comune di Carrara rilascia, illegittimamente, alla società Marina Mare, la concessione per la costruzione di un Residence alla Fossa Maestra. Che la concessione fosse illegittima lo sancisce nel 1996, a seguito di un esposto di Legambiente e Verdi, la Cassazione penale che, per di più, nega la buona fede anche dei costruttori i quali erano a conoscenza del fatto che la destinazione urbanistica dell’area non consentisse al costruzione di Residence. Da questo illecito iniziale conseguono molti aspetti curiosi e altrimenti inspiegabili della vicenda.

 

L’area diviene zona umida “invariante strutturale”, il residence viene abbattuto

Diventata invariante strutturale del territorio costiero nel Piano regolatore “Pontuale” approvato nel 1998, con destinazione finalizzata alla ricostruzione di ambienti naturali umidi costieri, l’area sembra perciò destinata ad un roseo futuro anche perché nel 2000 viene recepito nel Piano particolareggiato dell’arenile il progetto promosso da Legambiente e fatto proprio da Comune, Amia e Arpat, che prevede appunto la realizzazione di un’area verde umida costiera con sentieri per la fruizione e di un fitodepuratore per migliorare la qualità delle acque della Fossa Maestra, in modo da rendere stabilmente balneabile il tratto di mare antistante la foce.

Dopo una lunga ed estenuante battaglia (blitz di Goletta verde, articoli di stampa, manifestazioni), nel 2002 (fine mandato Segnanini) si avvia l’iter per la demolizione del rudere del Residence che viene definitivamente abbattuto nel 2003 (sindaco Conti).

 

Un’ordinanza con curiose motivazioni e inspiegabili dimenticanze

E qui riemerge l’antico grumo di intrecci che fa sì che l’ordinanza di demolizione non sia emanata per illegittimità del manufatto, ma con la curiosa motivazione che i  proprietari non avevano ultimato i lavori nei termini della concessione (sic!) e perché lo scheletro in cemento deturpava il decoro cittadino.

Inoltre, invece di acquisire gratuitamente l’area del rudere, come di legge, il comune agisce in modo inspiegabilmente opposto, senza preoccuparsi del danno erariale per la cittadinanza e senza tenere in alcun conto gli inviti di Legambiente in tal senso.

 

Un acquisto strano … ma preveggente

Nel frattempo, come abbiamo denunciato più volte sulla stampa, parte dell’area viene acquisita, quantunque inedificabile, dalla signora Liviana Tosi, moglie di un esponente politico socialista, Pietro Giorgieri.

Nel 2006, la Variante al Piano dell’arenile prevede che una porzione delle aree comprate diventi parcheggio privato, ignorando l’opposizione di Legambiente che nelle sue osservazioni rilevava come tale destinazione fosse incompatibile con un’area umida e risultasse in palese e grave contrasto con le disposizioni del piano regolatore generale ossia il piano strutturale Pontuale.

 

Il colpo grosso (impedito da Legambiente)

Il colpo grosso viene tentato, però, con la Variante al Piano strutturale del 2009 dove l’area umida viene cancellata dalle invarianti e inserita nella Utoe 2 dell’Arenile con possibilità di attrezzature turistiche “di basso impatto ambientale”. Questa volta l’esponente socialista è presidente della Commissione urbanistica e vota la variante in suo favore.

Il resto è storia recente. La mattina in cui si discutono le nostre osservazioni in Commissione urbanistica esce la notizia dell’esposto di Legambiente alla magistratura e, miracolosamente, la nostra osservazione sulla Fossa Maestra, l’unica tra le tante da noi presentate, viene accolta.  La Fossa Maestra è tornata invariante strutturale!

 

Qual è il filo rosso dell’oscuro intreccio?

Al di là della soddisfazione per questa vittoria e per l’azione che la magistratura sta portando avanti, vogliamo evidenziare come, per fare realmente pulizia a Carrara, si debba recidere l’intreccio oscuro di interessi che ha devastato negli anni il nostro splendido e martoriato territorio per favorire gli interessi di speculatori e affaristi vari. Ed è proprio il poter scorgere in filigrana il filo rosso che lega chi agì nel 1992, nel 2006 e nel 2009 che rende così emblematica questa vicenda.

Carrara, 21 aprile 2012
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Sulle mire speculative sull’area della Fossa Maestra:

Fossa Maestra, la variante beffa: sparisce la zona umida e compare il parcheggio privato (25/4/2012)

Il circo alla Fossa Maestra: una violazione urbanistica (28/2/2012)

Fermata la speculazione alla Fossa Maestra: adesso vogliamo riqualificarla? (25/3/2011)

Fossa Maestra, una lunga storia di abusi edilizi, omissioni pubbliche e interessi privati: esposto alla Procura (21/3/2011)

Un berluschino di provincia. Cadono i vincoli al terreno inedificabile alla Fossa Maestra acquistato dal presidente della commissione urbanistica (25/10/2009)

Fossa Maestra: partecipa al quiz dell’estate (11/8/2006)

Fossa Maestra: come mai si abbandona il progetto di riqualificazione? Il Comune favorisce appetiti privati? (10/8/2006)

Variante al Piano dell’Arenile. Speculazione in vista per l’area della Fossa Maestra (9/8/2006)

 Progetto di riqualificazione della Fossa Maestra (1 MB)

Sul Piano Strutturale:

Carrara: dopo l’alluvione serve un’idea sana di sviluppo (20/11/2012)

Legambiente presenta un mare di osservazioni alla variante al Piano Strutturale (29/3/2010)

Legambiente e Coldiretti chiedono un processo partecipativo per la variante al Piano Strutturale (19/1/2010)

Variante al piano strutturale: violata la legge sulla partecipazione. Appello al Difensore Civico regionale (26/10/2009)

Cemento o Parco a Villa Ceci? Il sindaco gioca sulle parole? (25/10/2008)

Cemento in vista: per il candidato sindaco Zubbani il piano strutturale è solo “lacci e lacciuoli” (3/3/2007)

Osservazioni alla variante del piano dell’Arenile (16/9/2006)

 


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