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I dati 2006 sulle cave fuorilegge confermano quelli 2005: blocchi 17%, detriti 83%

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Nel 2005 dati drammatici: pochi blocchi e tanti detriti

Nella conferenza stampa del 3 gennaio abbiamo divulgato i dati dei quantitativi di marmo estratti nel 2005, denunciando la drammatica realtà: sebbene il regolamento degli agri marmiferi preveda il rilascio di concessioni di escavazione esclusivamente per l’estrazione di blocchi, in gran parte delle cave i blocchi estratti erano inferiori al 10% e i detriti rappresentavano il 90-100%.

Da parte del Comune si è detto che tali dati non erano rappresentativi poiché alcune cave stavano facendo bonifiche. Il sindaco ha annunciato una commissione tecnica –composta da imprenditori, ambientalisti e sindacati– per «un approfondito esame delle condizioni e delle modalità di coltivazione delle cave di marmo, finalizzato anche alla eventuale adozione di specifiche misure regolamentari».

Tuttavia, dopo l’incontro preliminare dell’11 gennaio e la designazione dei nostri rappresentanti, la commissione non è mai stata convocata. Nonostante le dichiarazioni perentorie del sindaco sull’inesistenza di cave che sbriciolano le montagne per ricavarne detriti, sorge il sospetto che si tema che l’approfondito esame delle cave faccia emergere ufficialmente l’amara realtà.

Oggi siamo in grado di fornire i dati del 2006 (rilasciatici dall’ufficio marmo del Comune dopo una pervicace resistenza) e di confrontarli con quelli del 2005.

 

I dati 2006 confermano la drammaticità della situazione

A prima vista può sembrare vi sia stato un sensibile miglioramento: il numero di cave “ottime” (con detriti inferiori al 60%) passa da 18 a 26 e quello di “pessime” scende da 31 a 28 (figura 1).

 

Tuttavia il miglioramento è solo apparente poiché non tiene conto del fatto che le cave “ottime” sono quelle più piccole e rappresentano solo una piccola frazione della produzione totale. La frazione maggiore, costituita dalle cave “scadenti” (con l’80-90% di detriti), nel 2006 è ulteriormente aumentata rispetto al 2005 (figura 2).

 

In ogni caso, la figura 3 toglie ogni dubbio: nel 2006 i quantitativi totali estratti sono aumentati di circa 100.000 ton (raggiungendo i 5.246.673 di ton), ma la percentuale di detriti è rimasta praticamente invariata (82,8% anziché 82,9%).

 

Chiara tendenza al peggioramento negli anni: i detriti passano dal 78% all’83%

Si potrebbe perciò essere tentati di concludere che la situazione è grave e resta invariata negli anni, ma purtroppo sarebbe ancora una valutazione ottimistica: l’andamento dei quantitativi estratti negli ultimi 6 anni, infatti, mostra una chiara tendenza al peggioramento, con una percentuale di detriti che passa dal 78,4% nel 2001 all’82,8% nel 2006 (figura 4).

 

Il Comune ponga fine all’illegalità: chiuda le cave che producono troppi detriti

Ne escono così rafforzate le richieste avanzate in gennaio all’Amministrazione comunale di porre fine all’illegalità dell’attuale situazione:

  • revocando immediatamente la concessione alle cave in cui la produzione di marmo in blocchi è inferiore al 10%;
  • imponendo alle altre cave che producono dal 10 al 30% in blocchi di rientrare entro il 2007 al di sopra del 30%, pena il ritiro della concessione (da affidare poi a imprenditori più capaci, abbandonando le cave a bassa produttività in blocchi).

È appena il caso di osservare che diminuirebbe sensibilmente anche il traffico dei camion, migliorando i livelli di PM10 in città, oggi intollerabili. Purtroppo sappiamo già che l’Amministrazione farà di tutto per evitare di adempiere al proprio dovere.

Carrara, 27 febbraio 2007
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Sulle cave che da anni producono quantità elevatissime di detriti e pochi o niente blocchi:

Controversia sulla disposizione del giudice Bartolini di sospendere l’asportazione dei ravaneti per ridurre i camion e il PM10 (29/8/2010)

Cave, terre, detriti: ma è poi così difficile far rispettare le regole? (28/2/2009)

Ecco i primi dati (2005) sulle cave fuorilegge: 17% blocchi, 83% detriti (3/1/2007)

  Costi esterni della filiera marmo C.R.E.D. Versilia, 2006 (392 KB)

 


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