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Elezioni 2007. Legambiente presenta la sua piattaforma ai candidati sindaco

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Elezioni amministrative del 27 maggio 2007
Sintesi della piattaforma di Legambiente sottoposta all’attenzione dei candidati sindaco

1 – MARMO

Tutela delle sorgenti

Qualunque materiale presente sui versanti o sulle superfici di cava –se suscettibile di essere dilavato dalle acque piovane (marmettola, terre, idrocarburi, ecc.)– si infiltra nelle fessure del marmo (direttamente in cava o, indirettamente, lungo i versanti e i torrenti) e, attraverso la circolazione carsica, finisce nelle sorgenti.

Occorrono perciò:

  • l’emanazione di un’ordi­nanza “cave pulite come uno specchio” che prescriva la completa rimozione quotidiana di terre e marmettola da tutte le superfici di cava, con spazzolatrici aspiranti. Lo stoccaggio temporaneo va autorizzato esclusivamente in contenitori a tenuta;
  • la revoca delle autorizzazioni a vagli e frantoi lapidei nei bacini montani e il loro trasferimento al piano; oppure installazione di contenitori a tenuta sotto le griglie e i vagli, per la raccolta delle terre, in modo da sottrarle comunque al dilavamento;
  • la rivegetazione erbacea ed arbustiva di tutte le scarpate delle vie di arroccamento, al fine di proteggere queste estese superfici dal dilavamento e dal conseguente rischio di inquinamento delle sorgenti;
  • il divieto assoluto della pratica, ancora presente, di liberare i piazzali di cava facendo rotolare i detriti sui versanti;
  • la revoca della concessione estrattiva per le cave che estraggono meno del 25% in blocchi e per quelle che non rispettano le misure sopra elencate.

 

Rimozione dei ravaneti e riduzione del traffico pesante

Per ridurre il rischio idrogeologico e quello ambientale, è necessario rimuovere tutti i ravaneti.

Tuttavia l’attuale velocità di rimozione è incompatibile con la vivibilità urbana, in quanto genera gran parte del traffico pesante e delle polveri sottili in città.

Fino alla realizzazione della strada dei marmi occorre quindi metterli in sicurezza e rimuoverne il minimo indispensabile. Oggi, inoltre, la rimozione dei ravaneti risponde alle sole finalità produttive (per aprire nuovi fronti di cava) ed è attuata con modalità che rimobilizzano grandi quantità di terre e marmettola. Per conciliare le esigenze produttive con la sicurezza idrogeologica e la vivibilità urbana è quindi necessario:

  • attuare preliminarmente un grandioso piano di rivegetazione erbacea ed arbustiva di tutti i ravaneti, per metterli in sicurezza e proteggerne la superficie dal dilavamento;
  • stabilire, attraverso un piano pubblico, un ordine di priorità dei ravaneti da rimuovere;
  • procedere alla loro rimozione dall’alto (non dal basso); temporaneamente, in attesa della rivegetazione, i ravaneti vanno rimossi solo dopo aver allestito tutti i dispositivi atti ad impedire la dispersione di materiali fini (es. ricoprendoli con stuoie) o, comunque, idonei a trattenerli (es. vasche di contenimento a valle, dotate di impianti di trattamento);
  • ridurre drasticamente il numero di viaggi quotidiani di detriti (almeno fino al completamento della strada dei marmi), per ripristinare condizioni accettabili di vivibilità urbana e di qualità dell’aria;
  • mettere al primo posto il rispetto della salute dei cittadini emanando un’ordinanza che, al raggiungimento del terzo superamento mensile del limite per i PM10, sospenda il transito dei camion di detriti per tutta la restante parte del mese.

 

Restituire i fondovalle agli alvei (viabilità montana)

La viabilità nei bacini estrattivi (sia quella ordinaria che le vie di arroccamento) è stata realizzata spesso nel fondovalle, restringendo l’alveo dei corsi d’acqua o addirittura occupandolo; ciò aggrava il rischio idraulico, accentuando la frequenza e l’intensità delle piene. Occorre:

  • ripristinare l’alveo dei corsi d’acqua e ricostruire la viabilità a mezza costa (anziché nel fondovalle).

 

Analisi costi/benefici della filiera marmo

  • Attivare uno studio sui costi interni ed esterni (a carico della comunità) della filiera del marmo apuano (coinvolgendo Camere di Commercio, Università ed enti di ricerca), volto ad individuare il bilancio costi/benefici e una strategia sostenibile che renda il comparto marmifero una risorsa economica, occupazionale e sociale per la collettività e ne contenga drasticamente gli impatti.

 

Lavorazione in loco del marmo

  • Incentivare la lavorazione locale del marmo estratto, puntando al recupero della tradizione artigianale e allo studio di impieghi alternativi del marmo (operare in collaborazione con Scuola del Marmo, Accademia, botteghe artigianali).

 

Demanio civico delle cave

  • Occorre sostenere il ricorso al Tribunale superiore per gli Usi Civici, volto ad ottenere il riconoscimento degli agri marmiferi come demanio civico. Ciò permetterebbe sia di dare una nuova regolamentazione all’attività estrattiva, sia di destinare a fini sociali parte della ricchezza prodotta.

 

2 – URBANISTICA

Per una seria riflessione in materia di gestione e pianificazione del territorio della nostra città, occorre partire da alcune considerazioni:

  • le Amministrazioni succedutesi al  governo del nostro territorio sono state, purtroppo, caratterizzate da una arretratezza culturale ed operativa che ancor oggi la nostra città patisce, con i conseguenti scarsissimi risultati in termini di vivibilità, di appetibilità turistica ed economica, di equa distribuzione del benessere, di tutela e valorizzazione delle peculiarità locali;
  • ancor oggi manca un’adeguata, idea di “città sostenibile”: manca la focalizzazione del ruolo geografico, della collocazione economica, culturale e sociale di questo territorio;
  • il territorio comunale è ormai saturo di trasformazioni, oltre il limite della sopportazione di carico;
  • questo territorio compare sempre negli ultimi posti di tutte le classifiche socio-ambientali-territoriali: dai dati analitici sul reddito pro capite, sul PIL, sulla qualità dell’aria a quelli sintetici dei livelli di vivibilità urbana e di benessere percepito;
  • il territorio di Carrara sta assumendo sempre più le caratteristiche di una periferia, marginale rispetto alle città vicine di maggior qualità urbana (Sarzana, Massa, Forte di Marmi…); ha già intrapreso la penosa strada verso la “periferizzazione globale” che significa perdita di centralità, di ruolo, di appeal territoriale, di vivibilità.

È perciò necessario ripensare alla radice i modelli di sviluppo e di gestione del territorio fino ad oggi perseguiti, pena una marginalizzazione economica, sociale, geografica nel contesto sovraterritoriale.

È, pertanto, improcrastinabile una inversione di rotta in tutti i settori: gli obiettivi di restituire centralità e recuperare identità non si possono conseguire attraverso le ennesime, nuove e inutili infrastrutturazioni e/o con ulteriori azioni di cementificazione e sfruttamento improvvido delle risorse, ma con la riscoperta delle peculiarità, la valorizzazione degli elementi territoriali caratterizzanti e qualificanti, il riuso e la riorganizzazione di quanto già abbondantemente esistente in termini di strutture e di infrastrutture.

Si deve, pertanto, affermare una cultura della “manutenzione allargata” che significa cura e manutenzione del territorio e di quello che già vi esiste: dall’arredo urbano, alle facciate del centro storico, dalla vivibilità delle piazze, alla percorribilità delle strade, fino alla salvaguardia dei fiumi e dei versanti montani, alla tutela dei boschi, alla conservazione delle aree verdi.

 

Punti specifici

  • Area della Fossa Maestra: rispetto degli attuali strumenti urbanistici (Piano Strutturale e Piano dell’Arenile), con immediata attuazione del progetto Comune-AMIA-ARPAT sull’area umida retrodunale, fitodepuratore, rinaturalizzazione della Fossa Maestra, sentieristica.
  • Area demaniale di Marina (proprietà della Patrimonio S.p.A.): inasprimento dei vincoli urbanistici  in modo da scoraggiarne l’acquisto da parte di speculatori.
  • Fascia collinare:  salvaguardarla, riportando ad un maggior rigore i vincoli urbanistici resi più flessibili con le recenti varianti al Piano Strutturale.

 

3 – PARCO DI VILLA CECI

  • Il perimetro del parco urbano pubblico di Villa Ceci deve essere quello compreso tra Viale XX Settembre, Via Covetta, Via Argine Destro Carrione e Via Marco Polo.
  • Per garantire integrità al parco sono necessarie due varianti al Piano Strutturale.
    Una che elimini l’edificabilità sul Viale XX Settembre, l’altra che destini a parco anche le aree attualmente occupate da insediamenti marmiferi.
    Quest’ultima variante non significa, ovviamente, che le segherie e i depositi debbano immediatamente andarsene, ma solo che, quando decideranno spontaneamente di delocalizzarsi o di chiudere, le aree lasciate libere non potranno essere edificate e dovranno essere recuperate a parco.
  • Due sono le possibili strade per acquisire l’area: esproprio e perequazione.
    In quest’ultimo caso, per la perequazione vanno individuate aree già edificabili nel Piano Strutturale e localizzate al di fuori del perimetro del parco sopra definito.

 

4 – PORTO

La nostra posizione sul Porto comprende due aspetti:

 

Giudizio sul Piano regolatore portuale

Legambiente, si oppone al Piano Regolatore Portuale proposto dall’Autorità portuale e sponsorizzato dal Comune di Carrara, ritenendolo inaccettabile per le seguenti ragioni.

 

1          Il nodo della viabilità

L’attuazione del progetto indurrebbe pesanti disagi per i cittadini (per l’aumento del traffico e il contemporaneo restringimento della viabilità). La previsione di un approdo per traghetti, produrrebbe un ulteriore incremento di traffico.

Analoghi problemi di congestione da traffico intenso potrebbero verificarsi anche in via delle Pinete, in direzione Massa, se sarà costruito il porto turistico. La viabilità portuale deve perciò essere realizzata all’interno del porto, non a discapito della viabilità urbana.

 

2          Porto turistico

Questa struttura è decisamente sovradimensionata, tanto da determinare un notevole impatto ambientale e da sottrarre una buona fetta di litorale alla fruizione collettiva.

 

Prospettive future

Sul futuro del porto vengono avanzate diverse ipotesi senza che nessuno abbia compiuto un’analisi “imparziale” di quanto convenga, in termini di occupazione, sviluppo e vivibilità scegliere per l’area una determinata destinazione rispetto ad un’altra.

Ogni realtà economica (Porto S.p.A., Cantiere, Operatori della nautica da diporto) parla “pro domo sua”, magnificando i vantaggi economici derivanti dallo sviluppo ulteriore del porto commerciale o della cantieristica oppure quelli generati dalla riconversione dello scalo da commerciale a turistico.

A noi, però, preme l’interesse collettivo e non quello di una singola parte economica in gioco. Vorremmo perciò fare chiarezza.

Occorre, pertanto, sospendere ogni decisione e commissionare ad un ente esterno (Istituto pubblico di ricerche economico-sociali) uno studio che, partendo dall’analisi oggettiva della situazione attuale, confronti scenari alternativi, evidenziando per ciascuno di essi vantaggi e svantaggi per la collettività in termini economici, occupazionali, ambientali, sociali e di vivibilità.

In questo modo sarebbe davvero possibile una scelta seria, condivisa e vantaggiosa per tutta la cittadinanza che ha diritto ad esprimere la propria opinione su scelte che incideranno sulla sua qualità della vita.

 

5 – RIFIUTI

I problemi principali riguardano:

  • la situazione di stallo in cui versa la raccolta differenziata (da circa 4 anni la differenziazione dei  rifiuti nel Comune di Carrara è bloccata a circa il 25%);
  • la mancanza di una discarica provinciale che chiuda il cerchio per lo smaltimento dei rifiuti;
  • la mancata attivazione dell’ATO Rifiuti che coordini tutto il ciclo dei rifiuti a livello provinciale.

Per quanto riguarda il primo punto sarà opportuno intervenire con le seguenti modalità:

  • promuovere una campagna di sensibilizzazione ed educazione dei cittadini, in modo particolare degli allievi delle scuole elementari e medie, da ripetersi  periodicamente;
  • iniziare e sviluppare al massimo una capillare raccolta differenziata porta a porta familiare dei rifiuti, ma anche invitare i cittadini a conferire i loro rifiuti (ingombranti, tossici e/o pericolosi, ecc.) in riciclerie e isole ecologiche;
  • far rispettare le Ordinanze Comunali che riguardano il conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini (privati, commercianti, artigiani), tramite una maggiore attività di controllo territoriale da parte dei Vigili Urbani e di Guardie Ecologiche.

Per quanto riguarda il secondo punto, considerate le modalità poco trasparenti della scelta del sito attualmente individuato per la discarica provinciale (causa non secondaria della notevole opposizione da parte della cittadinanza), si dovrà:

  • ridefinire la localizzazione della discarica mediante un processo partecipativo che, fin dalle primissime fasi, coinvolga i cittadini riconoscendo loro anche un ruolo di controllo sulla trasparenza dei criteri di individuazione e scelta del sito, della costruzione dell’impianto e gestione dello stesso (garantendo l’accesso all’impianto, con funzioni di controllo, a cittadini ed a tecnici di loro fiducia).

Per quanto concerne il terzo punto, considerato che l’attuale parcellizzazione del ciclo (Cermec, Amia, Asmiu, affidamento alla Manutencoop) non favorisce né la razionalizzazione né la realizzazione di economie di scala, si dovrà:

  • creare un’unica Azienda di raccolta che sostituisca le attuali, senza diminuzione del personale ma con un unico snello Consiglio di amministrazione,  in modo da ridurre i costi della politica

 

6 – ENERGIA

L’Amministrazione Comunale può svolgere un ruolo fondamentale sia per contenere le emissioni inquinanti sia per sviluppare la produzione di energia da fonte rinnovabile.

Proposte operative:

  • apertura di uno sportello energetico-ambientaleche sensibilizzi la popolazione (es. giornate dimostrative sulla sostenibilità ambientale con distribuzione gratuita di lampade a basso consumo, erogatori a basso flusso per docce, rompigetto aerati per rubinetti) e fornisca ai cittadini e alle imprese:
    • informazioni sulle buone pratiche per il risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabili;
    • informazioni sulle aziende specializzate che effettuano diagnosi ed interventi gratuiti di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici (ricevendo il compenso trattenendo per alcuni anni parte del risparmio ottenuto dall’utente sulle bollette);
    • informazioni sulle possibilità di accesso a finanziamenti regionali e/o statali e a sgravi fiscali;
  • interventi sull’illuminazione pubblica finalizzati al risparmio e ad una maggior efficienza energetica (lampioni a basso consumo dotati di sensori che regolano l’intensità in base alla luminosità ambientale, ecc.);
  • analisi, diagnosi e interventi energetici su edifici pubblici sia per il risparmio energetico (illuminazione, riscaldamento, condizionamento), sia per la produzione di energia (impianti solari fotovoltaici e termici).

 

7 – TRASPARENZA AMMINISTRATIVA

La conoscenza approfondita delle problematiche mette i cittadini in grado di valutare criticamente le scelte dell’amministrazione e di proporre soluzioni anche alternative.

Ad es., il libero accesso ai dati sulla qualità dell’aria (messi su internet dall’ARPAT) ha rafforzato l’azione dei cittadini, impedendo all’amministrazione di continuare a negare la gravità del problema e costringendola ad adottare alcune misure (sebbene ancora largamente insufficienti).

Insomma: “sapere è potere”. Per favorire la partecipazione (unico rimedio per evitare che le situazioni di conflittualità degenerino fino al punto in cui non è più possibile alcuna mediazione) occorre:

  • affiggere nelle sedi delle circoscrizioni e pubblicare sul sito web del Comune: ordinanze, delibere e legislazione di settore, o.d.g. delle commissioni e loro verbali, piani, progetti, incarichi, ecc.;
  • pubblicare sul sito web del Comune (rendendone scaricabili le serie storiche) i dati su: qualità dell’aria, passaggi giornalieri dei camion (cava per cava e dettagliando le tipologie di materiali trasportati), dettaglio dei materiali estratti cava per cava, torbidità registrata alle sorgenti, balneazione marina, controlli analitici delle acque potabili, ecc.;
  • sollecita consegna da parte degli uffici comunali di tutti i dati richiesti dai cittadini;
  • abolire il quorum per i referendum consultivi e propositivi comunali.

Carrara, 28 aprile 2007
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Sulle elezioni amministrative:

Ecco i legambientini candidati nelle varie liste  (2/5/2012)

La pagella di Legambiente ai candidati a sindaco  (30/4/2012)

Candidati sindaco a confronto sulla piattaforma Legambiente (VIDEO)  (13/4/2012)

Elezioni amministrative: la piattaforma programmatica di Legambiente  (7/4/2012)

Candidati sindaco a confronto sui temi di Legambiente (annuncio)  (7/4/2012)

Sindaco, Rom e polveri sottili: legalità a senso unico?  (26/11/2008)

Le nostre proposte ai candidati alla presidenza della Provincia  (4/4/2008)

Elezioni provinciali 2008: domande ai candidati presidenti  (4/4/2008)

Elezioni 2007: i soci Legambiente candidati nelle varie liste  (26/5/2007)

Elezioni 2007: la “pagella” di Legambiente ai candidati sindaco  (10/5/2007)

 


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