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Presupposti infondati: il Parco ritiri la delibera che introduce i frantoi nelle cave

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Firenze, lì 11 agosto 2015

Al Parco Regionale delle Alpi Apuane
parcoalpiapuane@pec.it

 

Oggetto: Frantoio mobile Castelbaito – Fratteta, conferenza dei servizi del 24/7/15:
richiesta di revisione delle considerazioni istruttorie

 

1.  Infondatezza dei presupposti della delibera: la frantumazione aumenta il volume!

Nelle nostre osservazioni del 14/7/2015 chiedevamo tra l’altro il ritiro della delibera n. 5/2015 del Consiglio direttivo del Parco in quanto basata sul presupposto infondato che la frantumazione delle scaglie consentisse di ridurne il volume e, perciò, a parità di viaggi di camion, di allontanare una maggior quantità di detriti (favorendo così la rimozione dei ravaneti esistenti e riducendone l’impatto paesaggistico e idrogeologico).

Argomentavamo che in realtà «un determinato volume di scaglie grossolane, se sottoposto a frantumazione, non si riduce di volume ma, al contrario, AUMENTA il proprio volume (in misura tanto maggiore quanto più finemente viene macinato); perciò per essere trasportato richiede un numero MAGGIORE di viaggi; il frantoio dunque non solo non favorisce il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato, ma è addirittura contrastante con esso».

Nella relativa nota ne spiegavamo concettualmente il motivo e riportavamo anche alcuni esempi numerici dell’incremento di volume conseguente alla frantumazione in materiali di diversa granulometria. Cogliamo l’occasione per segnalare che gli incrementi di volume riportati in tale nota erano errati (sebbene solo per difetto). Per completezza riportiamo la nota e il relativo errata corrige:

Nota: A tale conclusione si può arrivare anche in maniera intuitiva considerando che un blocco di 1 m3 (privo di vuoti), se frantumato in scaglie, occupa un volume maggiore (a causa dei vuoti che si vengono a creare tra una scaglia e l’altra); pertanto procedendo con la frantumazione a granulometrie inferiori, aumenta progressivamente il volume occupato. D’altronde, nel campo dell’idrogeologia e dei materiali da costruzione, è ben noto che riducendo la granulometria aumenta la porosità (cioè la % di vuoti); ecco ad es. la porosità di alcuni materiali: ghiaia grossa 28%, ghiaia media 32%; ghiaia fine 34%; sabbia grossa 39%; sabbia media 41%; sabbia fine 43%; silt 46%. Pertanto 2,7 t di marmo occuperanno 1 m3 se sono in un unico blocco, ma se il blocco viene frantumato, il suo volume aumenterà a 1,28 m3 (se ridotto a ghiaia grossa), a 1,39 m3 (sabbia grossa), a 1,46 m3 (silt).

ERRATA CORRIGE: un blocco di 1 m3 (peso 2,7 t), se macinato in ghiaia grossa cresce di volume ancora di più, occupando ben 1,39 m3 (anziché 1,28 come erroneamente scritto nella nota). Infatti, considerato che nel cumulo di ghiaia grossa il 28% è costituito da vuoti e il 72% da pieni, il peso specifico del cumulo di marmo diventa 2,7 x 0,72 = 1,94 t/m3; il volume finale del cumulo (restando il peso invariato: 2,7 t) diventa perciò 2,7 / 1,94 = 1,39 m3. Analogamente, il volume finale diventa 1,64 m3 se il blocco è ridotto a sabbia grossa e 1,85 m3 se ridotto a silt (cioè limo). Ci scusiamo per l’errore, ma facciamo osservare che ciò rafforza ulteriormente le considerazioni svolte.

Nel verbale della conferenza dei servizi del 24/7/2015 la nostra osservazione è stata respinta con la seguente, sbrigativa motivazione:

Viste le considerazioni istruttorie, relative alle osservazioni pervenute, fornite dalle Strutture operative del Parco, come di seguito riportate:
«Elementari regole geometriche dimostrano che una minore granulometria del materiale informe rende possibile un miglior e maggiore compattamento degli elementi e pertanto il volume del materiale trasportato risulta superiore. Uno dei presupposti della delibera del Parco n. 5 del 19.02.2015, che consente l’uso dei frantoi in quanto permettono l’allontanamento di maggiore materiale a parità di viaggi resta quindi fondato. … (omissis) … Relativamente alla richiesta di revoca della delibera n. 2/2015, assunta dal Consiglio direttivo, le Strutture operative del Parco restano in attesa della risposta da parte degli organi competenti».

Ritenendo scientificamente errata la motivazione fornita dalle Strutture operative del Parco, chiediamo che la nostra osservazione sia riconsiderata e, a tal fine, ne forniamo una spiegazione più compiuta. È presumibile che le «elementari regole geometriche» (sebbene non esplicitate) si riferiscano ai grossi vuoti presenti tra le scaglie caricate nel cassone del camion e alla convinzione che, frantumando le scaglie, tali vuoti sarebbero riempiti dai risultanti elementi di minor granulometria, riducendo così il volume totale del materiale in cumulo. Tale considerazione, a prima vista ragionevole, non tiene però conto del fatto che dalla frantumazione di ogni scaglia (priva di vuoti) si generano molti frammenti, tra i quali vengono a crearsi numerosi nuovi vuoti. Resta dunque da stabilire se il volume dei nuovi vuoti (piccoli ma numerosi) è inferiore o superiore a quello dei vuoti presenti tra le scaglie di partenza (grossi ma pochi).
1
A tal fine, considerato che la porosità è un parametro essenziale e ben studiato nell’idrogeologia, utilizziamo i dati di letteratura esistenti[1]. La tabella 1 riporta, per mezzi di diversa granulometria, la porosità (il rapporto tra il volume dei vuoti e quello del mezzo poroso), cioè la frazione (o la percentuale) del mezzo occupata da vuoto (che può essere riempito da aria od acqua).

Tab. 1. Relazione indicativa tra classi di granulometria e porosità di diversi sedimenti, mediamente classati (Fonte: corso idrogeologia, A. Fileccia, lezione n. 5). I valori in grassetto, assenti nella fonte citata, sono stati estrapolati (i primi due) o interpolati (i due successivi) dai valori adiacenti.

Materiale

Granulometria (mm)

Log10 diametro

Porosità

Massi (scaglie)

> 256

2,7093

0,165

Ciottoli

64 – 256

2,1072

0,223

Ghiaia grossolana

16 – 64

1,5051

0,28

Ghiaia media

8 – 16

1,0536

0,32

Ghiaia fine

4 – 8

0,7526

0,34

Ghiaia molto fine

2 – 4

0,4515

0,36

Sabbia grossolana

1/2 – 2

0,0000

0,39

Sabbia media

1/4 – 1/2

-0,4515

0,41

Sabbia fine

1/8 – 1/4

-0,7526

0,43

Sabbia molto fine

1/8 – 1/16

-1,0536

0,44

Limo

1/16 – 1/256

-1,8062

0,46

 

Va precisato che i valori in grassetto non sono forniti dall’autore citato, ma sono stati estrapolati o interpolati dai dati adiacenti: il grafico della Fig. 1 mostra tuttavia che le stime calcolate per questi dati sono del tutto ragionevoli, ponendosi in continuità con gli altri dati nel grafico semilogaritmico.

 

Fig. 1. Relazione grafica tra granulometria (suo logaritmo naturale) e porosità di diversi sedimenti, ricavata dai dati della Tab. 1. I cerchi vuoti indicano valori interpolati o estrapolati dai valori adiacenti. Sono riportati anche la formula della regressione polinomiale di secondo grado e il coefficiente di determinazione R2, il cui valore molto elevato (prossimo a 1) testimonia l’ottimo adattamento della curva ai punti.

 

Basta uno sguardo alla Tab. 1 o alla Fig. 1 per rendersi conto che la porosità aumenta progressivamente al diminuire della granulometria, passando da circa il 17% per le scaglie (di granulometria analoga a quella dei massi) a circa il 46% per i limi (con granulometria analoga a quella della marmettola). Abbiamo già dunque la risposta qualitativa al nostro quesito: il volume dei nuovi vuoti generati dalla frantumazione delle scaglie è superiore a quello dei grossi vuoti presenti tra le scaglie di partenza.

La risposta quantitativa è mostrata nella Tab. 2. La colonna 7 mostra che, frantumando i blocchi, il volume in mucchio aumenta tanto più quanto minore è la granulometria del prodotto: di circa il 20% per le scaglie, 29% per i ciottoli, del 39% per la ghiaia grossolana, ecc., fino all’85% per i limi. I dati più pertinenti all’attività del frantoio di progetto sono quelli della colonna 9 che mostra l’incremento % del volume derivante dalla frantumazione delle scaglie in mucchio: regolando le mascelle del frantoio per ottenere ciottoli, questi occuperanno un volume superiore del 7,5% a quello delle scaglie di partenza; per il prodotto “ghiaie grossolane” l’incremento di volume sarà del 16%; per le ghiaie medie sarà del 22,8%.

 

Tab. 2. Calcolo del peso di volume in mucchio delle varie classi granulometriche e del volume in mucchio derivante dalla frantumazione. Più si riduce la granulometria, più aumenta il volume del prodotto.

1

 

Materiale

2

 

Classi granulom. (mm)

3

 

Porosità
(frazione
dei vuoti)

4

 

Frazione dei pieni (a)

5

 

Peso di volume in mucchio (t/m3)(b)

Dopo frantumazione
di 1 m3 di blocchi

Dopo frantumazione
di 1 m3 di scaglie

6

Volume in mucchio (m3)(c)

7

Incremento
% del
volume

8

Volume in mucchio (m3)(d)

9

Incremento
% del
volume

Blocchi

0

1

2,700

Massi
(scaglie)

> 256

0,165

0,835

2,241

1,20

19,8

Ciottoli

64 – 256

0,223

0,777

2,093

1,29

28,7

1,07

7,5

Ghiaia
grossolana

16 – 64

0,28

0,720

1,944

1,39

38,9

1,16

16,0

Ghiaia media

8 – 16

0,32

0,680

1,836

1,47

47,1

1,23

22,8

Ghiaia fine

4 – 8

0,34

0,660

1,782

1,52

51,5

1,27

26,5

Ghiaia molto fine

2 – 4

0,36

0,640

1,728

1,56

56,3

1,30

30,5

Sabbia
grossolana

1/2 – 2

0,39

0,610

1,647

1,64

63,9

1,37

36,9

Sabbia
media

1/4 – 1/2

0,41

0,590

1,593

1,69

69,5

1,42

41,5

Sabbia fine

1/8 – 1/4

0,43

0,570

1,539

1,75

75,4

1,46

46,5

Sabbia
molto fine

1/8 – 1/16

0,44

0,560

1,512

1,79

78,6

1,49

49,1

Limo

1/16-1/256

0,46

0,540

1,458

1,85

85,2

1,55

54,6

(a)  calcolato come: (1 – frazione dei vuoti);
(b)  calcolato come: (frazione dei pieni) · (peso di volume del marmo in blocchi) = (frazione dei pieni) · 2,7;
(c)  calcolato come: [peso di volume in mucchio del marmo in blocchi (pari a 2,7)] / (peso di volume in mucchio del materiale derivante dalla frantumazione);
(d)  calcolato come: [peso di volume in mucchio delle scaglie (pari a 2,241)] / (peso di volume in mucchio del materiale derivante dalla frantumazione).

 

In poche parole, presumendo che il frantoio produca materiali compresi tra la classe granulometrica dei ciottoli e quella delle ghiaie medie, il prodotto risultante avrà un volume superiore (dal 7% al 23% circa) a quello delle scaglie di partenza e il suo trasporto richiederà pertanto un maggior numero di viaggi.

Va precisato che i valori da noi ottenuti non hanno alcuna pretesa di previsione esatta, ma sono da ritenersi indicativi poiché anche altri fattori influiscono sulla porosità (il fattore di forma dei granuli, la loro classazione granulometrica, etc.). Tuttavia la direzione univoca delle variazioni di porosità (incremento progressivo dei vuoti con la riduzione della granulometria del prodotto frantumato) è indubbia e contraddice il presupposto fondamentale della delibera n. 5/2015 del Parco, basato sulla convinzione che la frantumazione consentirebbe una riduzione del volume totale e pertanto, a parità di viaggi, permetterebbe di allontanare dalla cava una maggior quantità di detriti.

Chiediamo pertanto a codesto spettabile Ente Parco di riesaminare la nostra osservazione attenendosi a considerazioni scientifiche e, prendendo atto che il presunto vantaggio della riduzione di volume a seguito della frantumazione è in realtà inesistente, di ritirare la delibera n. 5/2015 per palese infondatezza dei suoi presupposti.

 

2.  Cumuli di materiale fine: osservazione accolta, ma prescrizione inadeguata

In merito al rischio di inquinamento dell’acquifero, nelle nostre osservazioni facevamo presente che il progetto prevede 4 aree di deposito temporaneo in cui i detriti sono sistemati in cumuli esposti agli agenti atmosferici. Pertanto, durante le piogge, i cumuli saranno dilavati e i materiali fini, infiltrandosi nelle fessure, raggiungeranno l’acquifero, inquinandolo.

Nel verbale della conferenza dei servizi la nostra osservazione è stata formalmente accolta, ma vanificata da una prescrizione inefficace:

«L’osservazione relativa alla tutela dell’acquifero, ovvero del rischio di dispersione prima nel suolo e quindi nel sottosuolo, della così detta “frazione fine”, risulta fondata e pertanto il progetto, in conformità con quanto stabilito nella delibera del Parco, dovrà prevedere obbligatoriamente l’allontanamento di tale materiale dai siti di produzione».

Si fa presente l’inadeguatezza della prescrizione di allontanare la “frazione fine”: infatti, non vietandone lo stoccaggio in cumuli all’aperto, in occasione delle piogge si verificherebbe ugualmente il loro dilavamento e il conseguente inquinamento dell’acquifero. Ai fini di una reale protezione dell’acquifero si chiede pertanto (qualora non fosse revocata la delibera n. 5/2015) di prescrivere l’accu­mulo della frazione fine esclusivamente in contenitori a tenuta stagna (alimentati direttamente dal nastro trasportatore del frantoio).

Confidando in una più attenta considerazione delle nostre osservazioni, porgiamo i nostri più distinti saluti.

il Presidente di Legambiente Toscana
Arch. Fausto Ferruzza

Nota [1]     I dati di granulometria e porosità sono tratti dalla lezione n. 5 del corso di idrogeologia del dott. Alessio Fileccia (disponibile su: http://www.filecciageologia.it/Download/Lezioni_idrogeologia/5_parametri_idrogeologici.pdf)

 



Per saperne di più:

Sulle cave nel Parco delle Apuane:

Esplosivo dossier sulle cave apuane: le osservazioni di Legambiente  (18/11/2014)

Legambiente chiede le dimissioni del presidente del Parco: difende le cave, non le Apuane! (16/2/2014)

Sulle problematiche tra cave e inquinamento delle sorgenti:

Come tutelare le Apuane? La ricetta del Parco: non bastano le cave, aggiungiamo i frantoi  (14/7/2015)

Come si progetta l’inquinamento delle sorgenti? Osservazioni alle cave Tagliata e Strinato  (14/6/2015)

La Regione protegga le sorgenti dalle cave di marmo (27/3/2014)

Cosa (non) si fa per la protezione delle sorgenti? (16/1/2010)

Nubifragio: sorgenti torbide per lo smaltimento abusivo delle terre (11/7/2009)

A difesa delle sorgenti: occorre trasparenza e porre ordine alle cave (21/3/2006)

Come le cave inquinano le sorgenti (conferenza, illustrata) (17/3/2006)

 Come le cave inquinano le sorgenti. Ecco le prove. Come evitarlo (Conferenza, relazione di Giuseppe Sansoni, 17/3/2006: PDF, 3,2 MB)

Conferenza Cave e inquinamento sorgenti       (17/3/2006) (pps: 11,2 MB)

Inquinamento delle sorgenti. Mancano i filtri? No, manca la prevenzione! (4/12/2005)

 Impatto ambientale dell’industria lapidea apuana (1991: 340 KB)

 

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