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Viali: palme al posto dei pini? Una scelta sbagliata, nel merito e nel metodo

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Fig. 1. Taglio di un pino da parte dell’operatore su cestello elevabile (10/6/2019).

 

Fig. 2. Inizio del taglio dei pini su viale Colombo. È previsto il taglio dell’intera alberatura, in più lotti.

 
 
L’assessore Raggi ha annunciato che, per evitare il dissesto arrecato al manto stradale e ai marciapiedi, i pini di viale Colombo e della salita di San Ceccardo, saranno sostituiti con esemplari della palma messicana Washingtonia robusta. Per altre strade di Marina e Avenza, ha chiesto la nostra collaborazione per l’indicazione delle piante sostitutive.

Per le strade che saranno individuate dall’amministrazione, Legambiente ha dichiarato la sua disponibilità ad avanzare una proposta ragionata, fondata su criteri ecologici (le esigenze ambientali delle singole specie, ad es. la tolleranza alla salsedine e all’inquinamento), strutturali (lo sviluppo in altezza e la larghezza della chioma, in relazione allo spazio disponibile tra la strada e gli edifici), estetici (valore ornamentale delle chiome e delle fioriture) e di funzionalità urbana (ad es. piante sempreverdi o decidue, secondo l’effetto di ombreggiamento desiderato).

Al tempo stesso, tuttavia, ha dichiarato fin dall’inizio la sua contrarietà alla scelta delle Washingtonia sul viale litoraneo e sulla salita di San Ceccardo: una scelta deprecabile poiché, anziché puntare a valorizzare l’autenticità del paesaggio verde locale, sembra ispirata da una malintesa ricerca del nuovo.

Si perseguono cioè l’effetto scenografico prestigioso (‘imperiale’) conferito dall’altezza e dal portamento delle palme esotiche e la riproduzione scenografica di celebri località di altri paesi più caldi, col risultato concreto di riprodurre un paesaggio monotono in tutte le nostre località litoranee sul modello di uno standard esotico che ormai si ripete fino alla noia dalla Florida alla California, al Sudamerica, ai litorali di tutto il Mediterraneo.

Fig. 3. Washingtonia robusta.

 
 
Basta percorrere le nostre località balneari tirreniche per vedere il trionfo di agavi, yucche, palme, pittospori e altre specie esotiche nei giardini, nei parchi, nei viali, imponendo ad ambienti litoranei mediterranei una opulenza tropicale del tutto estranea al clima locale e dissonante col paesaggio naturale.

La corsa a ‘distinguersi’, impiantando specie tropicali, ha dunque portato al risultato opposto (la monotonia paesaggistica) e alla perdita del proprio paesaggio verde, che possiede un’espressività tanto più ricca e suggestiva, quanto più è autentica.

Un maggior rispetto per quei caratteri di originalità che le nostre piante verdi, connaturate ai nostri paesaggi, possono offrire, valorizzerebbe i nostri paesaggi, conferendo una personalità inconfondibile a ciascun lembo dei nostri litorali, esaltandone dunque la loro unicità, inimitabile e inconfrontabile.

Esprimiamo riconoscenza a Valerio Giacomini, insigne botanico del secolo scorso, precursore della fitosociologia e dell’ecologia del paesaggio, dichiarando che le considerazioni sopra riportate (e da noi preventivamente esposte all’assessore) le abbiamo tratte dal suo volume (Italia Verde, Edagricole, 1975) in cui depreca la tendenza a distruggere l’autenticità del nostro paesaggio verde, uniformandolo, fino alla noia, a quello di paesi tropicali.

Riteniamo che, anziché improvvisarsi paesaggisti verdi, sarebbe più proficuo per Carrara adottare un atteggiamento di maggior ascolto degli insegnamenti degli studiosi più autorevoli.
 
 
Infine, considerato che sulla stampa e sui social la nostra disponibilità ad avanzare una proposta sulle alberature di alcune strade e la convenzione per il progetto Piante Ornamentali sono state presentate, in maniera distorta, come una nostra condivisione della scelta della sostituzione dei pini con palme, teniamo a precisare che Legambiente:

  • ha espresso all’assessore Raggi la sua netta contrarietà a tale operazione;
  • ha suggerito caldamente all’assessore di avviare preventivamente un’ampia consultazione pubblica;
  • ha dichiarato che, qualora avesse portato avanti il suo progetto, lo avrebbe criticato pubblicamente.

Chiediamo pertanto all’assessore di fermare i lavori e riconsiderare il progetto dopo aver svolto l’ampia consultazione che è mancata.

Carrara, 11 giugno 2019
Legambiente Carrara
 



Per saperne di più:

Sul taglio dei pini:

Taglio del bosco di Villa Ceci: il Comune deve intervenire  (10/6/2013)

Taglio dei pini a Villa Ceci: come sbagliare anche operando bene  (7/2/2013)

 

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