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Centraline di fondo e di traffico: c’è davvero differenza?

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Al Sindaco:
Zubbani Angelo
 
Ai Consiglieri:
Barattini Luca, Boni Carlo, Bracci Marco, Braida Enrico, Bruschi Riccardo, Buselli Leonardo, Caffaz Simone, Castagnini Gian Luca, Conserva Roberto, Dell’Amico Iginio, Felici Fabio, Giorgeri Pietro, Iardella Pier Luigi, Ilari Giovanni, Isoppi Enrico, Laquidara Lanmarco, Marchetti Nicola, Marchini Piero, Martini Carlo, Mattei Maria, Meacci Mario, Menconi Massimo, Musetti Gianni, Ragoni Luca, Ribolini Giancarlo, Tonarelli Luciano, Traversi Fabio, Vanelli Silvia, Vincenti Rigoletta, Vinchesi Andrea 

Agli Assessori:
Andreazzoli Giuseppina, Benedini Dante, Bernardi Massimiliano, Bernardini Giovanna, Dell’Amico Roberto, Nannini Giovanni, Vannucci Andrea, Zanetti Andrea

 

La coerenza del sindaco: dichiara ma, nello smentire, riconferma

Nelle nostre proposte inviate ai consiglieri per il consiglio comunale straordinario, tra l’altro, rimproveravamo al sindaco di aver prospettato «l’eventualità di eliminare la centralina della Lugnola o, comunque, di non tener più conto dei suoi dati (in quanto centralina “di traffico” anziché “di fondo”)».

Nel suo intervento al consiglio, il sindaco ha negato d’aver mai fatto quella dichiarazione, salvo nel proseguo confermare che la qualità dell’aria di una città non si valuta con le centraline di traffico, bensì con quelle di fondo: un modo diverso per dire la stessa cosa.

In merito alla sua affermazione alleghiamo gli articoli del Tirreno e della Nazione del 15 gennaio, dai quali si desumono non solo la sostanziale veridicità di quanto da noi affermato (a meno che la cronaca non sia stata fedele), ma anche le motivazioni tecniche addotte dal sindaco: la centralina “di fondo” del Colombarotto avrebbe un raggio d’azione di alcuni km, mentre quella “di traffico” della Lugnola avrebbe un raggio d’azione di 100 m scarsi. Va riconosciuto che alcune affermazioni sono state fatte dal funzionario della Regione (dr. Mario Romanelli) al tavolo istituzionale (e solo riprese dal sindaco), ma va anche osservato per inciso –come fatto quantomeno molto inopportuno– che tale funzionario istituzionale fosse anche consulente di parte del Comune nella causa presso il tribunale (così come la dott.ssa Carozzi).

 

Le nostre spiegazioni tecniche al sindaco: parole al vento

Nel nostro incontro del 22 maggio abbiamo spiegato personalmente al sindaco l’inconsistenza tecnica della convinzione di una presunta superiorità della centralina del Colombarotto. Torniamo sull’argomento solo perché, se il sindaco ha riproposto la questione davanti all’intero consiglio comunale, significa che intende mantenere la sua posizione, benché basata su presupposti tecnici errati. Così, pazientemente, cercheremo di spiegarci meglio.

 

Le centraline di fondo non hanno poteri miracolosi; sono assolutamente identiche a quelle di traffico

Il D.M. 60/2002 sulla qualità dell’aria precisa che «un punto di campionamento dovrebbe essere ubicato in modo tale da essere rappresentativo della qualità dell’aria in una zona circostante non inferiore a 200 m2, in siti orientati al traffico, e non inferiore ad alcuni km2, in siti di fondo urbano».

Dunque una centralina si definisce “di fondo” non perché abbia poteri miracolistici di aspirare e misurare l’aria in un’area di alcuni km2, ma solo se è ubicata al centro di un’area di alcuni km2 sufficientemente omogenea per la qualità dell’aria.

In altre parole, le centraline di fondo e di traffico sono assolutamente identiche; entrambe misurano la qualità dell’aria in un raggio molto ristretto (dell’ordine dei 10 m, pari ad un’area di circa 300 m2). Per maggiore concretezza, si veda la figura 1, che visualizza il raggio d’azione delle centraline della Lugnola e del Colombarotto.

Fig. 1. I due cerchi indicano l’area della quale viene realmente misurata la qualità dell’aria dalle centraline della Lugnola e del Colombarotto (posizionate al centro dei cerchi): si tratta, volendo abbondare, di cerchi di soli 10 m circa di raggio (altro che km!). In altre parole una centralina misura solo la qualità dell’aria nelle sue immediate vicinanze; perciò può essere considerata “da fondo” solo se è collocata in un’area omogenea ben più vasta (vedi fig. 2), in modo da essere rappresentativa di essa.

 

A rigore, la centralina del Colombarotto non è “di fondo”

A rigore di legge dunque la centralina del Colombarotto potrebbe essere definita “di fondo” solo se l’area entro il cerchio di figura 2 (di 1 km di raggio, pari ad un’area di circa 3 km2) avesse una qualità dell’aria sufficientemente omogenea.

È invece del tutto evidente a qualunque persona di buonsenso che tale area è altamente disomogenea.

Stanno a dimostrarlo il fatto che entro la stessa area è ubicata anche la centralina della Lugnola (che fornisce valori di PM10 ben più elevati) e le ragionevoli considerazioni che in tale cerchio sono comprese sia il Colombarotto (ben distante da ogni lato da vie percorse dal traffico) sia zone soggette a traffico intenso (es. il traffico dei camion che salgono alle cave, ma anche le altre strade urbane) sia, ancora, le zone pedecollinari boscose di Sorgnano, Torano, Miseglia, Codena e della Foce (con qualità dell’aria sicuramente migliore di quella urbana).

Fig. 2. I due puntini gialli indicano l’area realmente campionata dalle centraline della Lugnola e del Colombarotto. Il cerchio (di 1 km di raggio) indica l’area minima –sufficientemente omogenea per la qualità dell’aria– necessaria per definire “da fondo” una centralina. È evidente che, nel caso di Carrara, tale area non può essere considerata omogenea: le zone boscose avranno certamente una qualità dell’aria migliore dell’area urbana e, anche all’interno di quest’ultima, vi è una spiccata eterogeneità, con zone a inquinamento massimo (es. viale Potrignano, via Carriona, via Don Minzoni), medio (strade urbane percorse dal traffico automobilistico) e basso (es. Colombarotto, piazza d’Armi).

 

Il ribaltamento della realtà: ecco svelato il tortuoso ragionamento del sindaco

Così stanno le cose. Ogni affermazione sul “raggio d’azione di alcuni km” della centralina del Colombarotto non solo è pura fantasia, ma è il semplice ribaltamento della realtà, basato su questa sequenza (il)logica di ragionamenti:

  1. una centralina di fondo deve essere collocata in un’area omogenea di alcuni km2;
  2. la centralina del Colombarotto è stata definita di fondo;
  3. perciò l’area circostante di alcuni km2 ha una qualità dell’aria omogenea;
  4. perciò la centralina del Colombarotto è più affidabile di quella della Lugnola (idea tradotta, nell’immaginario popolare, nella credenza che essa abbia un “monitor di circa 3 km”);
  5. per le eventuali misure per migliorare la qualità dell’aria, bisogna dunque tener conto solo della centralina del Colombarotto.


Il sindaco chiarisca: vuole affrontare o eludere il problema delle polveri?

Chiarito ciò, tocca al sindaco chiarire le sue intenzioni: se intende chiudere gli occhi di fronte alla realtà e trincerarsi dietro la denominazione formale “di fondo” attribuita alla centralina del Colombarotto per minimizzare il problema delle polveri sottili, o se, preso atto che vi sono aree della città in cui il problema delle polveri sottili è assillante (non solo la Lugnola, ma i molti km da Carrara alla zona industriale), intende adoperarsi per ridurre davvero in modo sostanziale l’inquinamento da polveri.

Per inciso, come abbiamo già chiarito in precedenza, non è nostra intenzione aprire un contenzioso sulla denominazione “di fondo” della centralina del Colombarotto (a Carrara, per le ridotte dimensioni e l’eterogeneità dell’inquinamento non sarebbe materialmente possibile installare alcuna centralina di fondo).

Ci opporremo però con la massima energia contro ogni strumentalizzazione di questa denominazione, mirata a minimizzare o coprire il problema, anziché risolverlo.

Carrara, 12 settembre 2008
Legambiente Carrara

 


Allegati (articoli sulla stampa locale):

Il Tirreno, 15/1/2008
La Nazione, 15/1/2008

 


Per saperne di più:

La normativa nazionale ed europea sulla qualità dell’aria:

La normativa nazionale ed europea sulla qualità dell’aria (30/10/2010)

Sulle ordinanze locali (sindaco e tribunale) relative a polveri sottili, camion e cave:

 Ordinanza Pulizia Camion e Cave n. 35457/2005.pdf (82 KB)

Processo polveri sottili: il testo dell’ordinanza del giudice Bartolini, le disposizioni impartite al comune (24/4/2008)

  Ordinanza fermo camion dopo 3 superamenti PM10 (n. 13848/2007) (98 KB)

 


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