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Alluvione nel basso Magra: vere e false soluzioni

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Alluvione nel basso Magra: vere e false soluzioni

 

 

Alluvione nel basso Magra:
vere e false soluzioni

Conferenza di Giuseppe Sansoni

(durata 1 h e 20 minuti)

 

 

Si tratta del video della conferenza-dibattito (una presentazione Power Point ricca di foto, carte, grafici, animazioni e corredata dal commento audio) tenuta il 28 gennaio 2012 a Fiumaretta da G. Sansoni, a seguito dell’alluvione del fiume Magra del 25 ottobre 2011, per iniziativa del movimento Stop al Consumo di Territorio, con l’adesione di: Circolo Dossetti, VFLCG, CamminAmare, Progetto Uomo.

A differenza del precedente video Alluvione Lunigiana: cause e soluzioni (conferenza Sansoni) (10/12/2011), la relazione concentra l’attenzione sulle problematiche della bassa valle del Magra e si rivolge ai comitati di alluvionati fornendo loro indicazioni, ma anche criticando le richieste di ‘pulizie fluviali’ e di scavo degli alvei.

La parte centrale della relazione è quella di interesse più generale: semplici argomentazioni di buonsenso mostrano come le ‘pulizie fluviali’, scavi e dragaggi, sebbene richiesti dai sindaci e dagli stessi alluvionati, non  ridurrebbero il rischio alluvionale, ma addirittura lo aumenterebbero.

Il principale limite dell’attuale normativa sta nel fatto che la ‘messa in sicurezza’ (dalla piena duecentennale) è oggi utilizzata come cavallo di Troia proprio per dare il via libera al’urbanizzazione delle aree inondabili. Occorre dunque passare alla strategia della ‘riduzione del rischio’, da introdurre in modo vincolante nei piani urbanistici.

Vengono infine discusse le possibili soluzioni per proteggere dalle alluvioni gli insediamenti del basso Magra (autoprotezione, argini, scolmatore, casse di laminazione), evidenziando come, nel caso specifico, l’impatto sociale predomini largamente su quello ambientale; perciò il relatore, pur esprimendo la sua opinione, indica in un processo decisionale partecipativo il percorso da seguire per risolvere i conflitti tra i diversi gruppi sociali.

Puoi scaricare anche l’interessante relazione storica tenuta all’incontro-dibattito dalla dott.ssa Angelica Polverini Da Divinità a discarica. Storia di un fiume (2,5 MB)

 

Relazione di G. Sansoni: sintesi dei temi trattati

Tropicalizzazione clima

Clima: eccezionale o normale? Sembra che fenomeni di tipo uragano possano oggi verificarsi anche nel Mediterraneo. L’evento piovoso del 25 ottobre 2011 ha interessato solo le Cinque Terre, Brugnato e Pontremoli; se il percorso dell”uragano’ dovesse interessare anche il Taverone e L’Aulella si verificherebbe un disastro tale da far impallidire quello, già catastrofico, del 25 ottobre. A causa della tropicalizzazione del clima eventi simili potrebbero ripetersi a distanza di pochi anni, anziché avere tempi di ritorno secolari.

Urbanizzazione imprudente

Urbanizzazione imprudente. Sarebbe troppo comodo attribuire l’alluvione al clima, a presunti accumuli di inerti e alla vegetazione in alveo: la causa prima sta nell’imprudente urbanizzazione delle aree inondabili. Attraverso carte topografiche e foto viene documentata la storia del vero e proprio assalto urbanistico che, nella seconda metà dell’ultimo secolo, ha invaso non solo le aree inondabili, ma anche quello che era l’alveo attivo del Magra. Dunque, siamo stati noi ad andarci a ficcare nei guai!

La vegetazione in alveo intercetta i tronchi trasportati dalle piene

Pulizie fluviali? Nel basso Magra non vi sono ponti con luce stretta; l’alluvione non può dunque essere attribuita all’ostruzione di ponti da parte di tronchi. Non solo: la vegetazione in alveo è stata abbattuta, ma è rimasta al proprio posto. Le migliaia di tronchi spiaggiati sul litorale provenivano invece dai boschi e dalle frane. Tagliare la vegetazione in alveo sarebbe perciò non solo inutile, ma anche controproducente poiché gli alberi in alveo intercettano e trattengono parte dei tronchi provenienti dai versanti. Nei piccoli torrenti che attraversano centri abitati è invece necessario il controllo della vegetazione, ma solo per colpa nostra, poiché abbiamo costruito ponti con luce insufficiente.

Scavo alvei? Comizio Cetto La Qualunque

Scavo degli alvei? Inutile! Non stupisce che i sindaci, anziché fare autocritica e assumersi responsabilità per l’urbanizzazione delle aree inondabili, attribuiscano la colpa agli accumuli di sedimenti in alveo. Stupisce, invece, che i comitati di alluvionati abbiano abboccato all’amo. Gli studi e i rilievi periodici dell’IGM dimostrano però che l’alveo del Magra e del Vara non è sovralluvionato, bensì inciso di diversi metri rispetto al secolo scorso. In ogni caso, la riduzione locale del rischio ottenibile scavando l’alveo sarebbe di breve durata poiché il tratto scavato funzionerebbe come una vasca di sedimentazione. Lo scavo dovrebbe dunque essere ripetuto all’infinito.

Dragaggio foce: è inutile

Dragare il tratto di foce? Nel tratto terminale il dragaggio dell’alveo non fornirebbe nemmeno una protezione temporanea. Gli studi dell’università di Genova, infatti, mostrano come 1) il fondo tenda a raggiungere un proprio profilo d’equilibrio e a ripristinarlo a seguito dei dragaggi; 2) al suo passaggio, la piena scava da sola il fondo. Il dragaggio sarebbe perciò utile a mantenere la navigabilità del tratto di foce, ma non si illuda la popolazione: non servirebbe alla sicurezza!

Rallentare i deflussi!

Scavo degli alvei? Aumenterebbe il rischio! Lo scavo degli alvei non ‘riduce’ il rischio alluvionale, ma lo ‘trasferisce’ a valle: si spenderebbe denaro pubblico per salvarne uno e affogarne tre! L’idea che, cedendo ghiaie alle ditte esecutrici dei lavori, gli scavi sarebbero a costo zero è infondata: significherebbe solo scaricare i costi sui nostri figli. Ricadrebbero su di essi, infatti, gli ingenti costi per rimediare le conseguenze degli scavi: scalzamento e crollo di ponti, frane dei versanti, erosione del litorale, abbassamento della falda, riduzione delle disponibilità idriche, intrusione salina. Gli scavi e il taglio della vegetazione in alveo, infine, indurrebbero un’accelerazione dei deflussi e, perciò, una accentuazione dei picchi di piena e del rischio. Le ‘pulizie fluviali’ effettuate in grande stile (richieste anche dai comitati) hanno dunque aumentato il rischio: un gran bel risultato!

La 'messa in sicurezza' aumenta il rischio!

‘Messa in sicurezza’ o ‘riduzione del rischio’? Oggi la ‘messa in sicurezza’ (la protezione delle aree inondabili) è spesso piegata alla finalità opposta (l’urbanizzazione di tali aree): il risultato è un aumento del rischio; si viene cioè inondati con minor frequenza ma, quella volta, con un danno molto maggiore. Bisogna perciò passare alla ‘riduzione del rischio’: in queste aree puoi costruire solo se il conseguente aumento del rischio è più che compensato da delocalizzazioni, opere di difesa, misure di riduzione della vulnerabilità degli edifici, ecc.

Scenario argini bassi

Argini o scolmatore? Considerata l’attuale situazione del bacino, le soluzioni più realistiche per la protezione del tratto focivo dalla piena duecentennale sono gli argini ‘alti’ (2 m) o lo scolmatore (‘asciutto’ o ‘bagnato’). Ne vengono descritti vantaggi e svantaggi.

 

Problemi delle casse di laminazione

Casse di laminazione? Un’alternativa potrebbero essere casse di laminazione sparse nel bacino; tuttavia, viste le limitate superfici disponibili, le casse sarebbero costose e poco efficaci. Quelle in derivazione sarebbero più efficaci per la piena di progetto (es. duecentennale), ma aumenterebbero il rischio negli altri 199 anni! Quelle in linea, invece, non aumenterebbero mai il rischio, ma la loro efficacia sarebbe molto inferiore (perché già in buona parte riempite al passaggio della duecentennale).

Processo decisionale partecipativo

Processo decisionale partecipativo. Nel confronto tra le soluzioni possibili, l’impatto sociale predomina largamente su quello ambientale: vi sono cioè conflitti tra obiettivi, tra portatori di interesse e tra gruppi sociali. Per questo motivo la scelta non può essere delegata a tecnici: occorre attuare un processo decisionale partecipativo. Pur esprimendo la sua opinione personale, il relatore suggerisce pertanto l’avvio di tale processo.

 


Vuoi scaricare la relazione?

Ora non hai tempo per vedere e ascoltare il video? Scarica il PDF (94 pag., 11,7 MB)

Perderai ovviamente video, audio e animazioni, ma potrai stampare su carta le immagini statiche delle slide, col relativo commento scritto.

Puoi scaricare anche l’intera presentazione in formato PPS (video + audio, ad avvio automatico): vai alla pagina del video, poi clicca sull’icona download download.

Vuoi scaricare l’intera presentazione in formato PPT (la classica presentazione Power Point) in modo da poter riutilizzare alcune slide in una tua presentazione? Il file è piuttosto pesante (58,8 MB): scrivi a info@legambientecarrara.it; ti verrà inviato per e-mail un link per scaricarla.

Puoi scaricare anche l’interessante relazione storica tenuta dalla dott.ssa Angelica Polverini Da Divinità a discarica. Storia di un fiume (2,5 MB)

 



Per saperne di più:

Sulle alluvioni locali:

Carrara: dopo l’alluvione serve un’idea sana di sviluppo (20/11/2012)

Esposto alla Procura: il Comune ha scelto di allagare Miseglia ad ogni pioggia (12/11/2012)

Interpellanza parlamentare: critiche ai lavori fluviali post alluvione sul Magra (3/7/2012)

Dopo l’alluvione: il Magra, scavato e “ripulito” è ora più pericoloso. Lettera-esposto di Legambiente (15/6/2012)

Alluvione Lunigiana: cause e soluzioni (conferenza Sansoni) (VIDEO 10/12/2011) durata: 38′

Alluvione Lunigiana. Legambiente alle Regioni: basta alibi, stop al cemento (28/11/2011)

Aulla, l’alluvione prevista da Legambiente (VIDEO 7/11/2011)

Terre nei ravaneti: rischio di frana e alluvione (VIDEO 22/11/2011)

Alluvione Carrara: analisi e proposte agli enti (11/10/2003)

 Carrione, sicurezza e riqualificazione: un binomio inscindibile (Conferenza su alluvione: Relazione di Giuseppe Sansoni, 17/3/2006: PDF, 3,2 MB)

 Fenomeni di instabilità sui ravaneti (Conferenza su alluvione: Relazione Giuseppe Bruschi, 11/10/2003: PDF, 1,1 MB)

 Cave, ravaneti, alluvione: che fare? (Conferenza su alluvione: Relazione Piero Sacchetti, 11/10/2003: PDF, 37 KB)

Sulla partecipazione alle scelte sul futuro della città:

Dal processo partecipativo sul water front: una lezione di democrazia (19/7/2010)

Il percorso partecipativo sul water front promosso da AmareMarina: quale futuro per il fronte mare? (30/6/2010)

 


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