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Un vero water-front: il “primo lotto” utile per la città!

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Sintesi della conferenza stampa di presentazione della proposta Legambiente di nuovo accesso al porto e di riqualificazione dell’area fronte-mare tra le foci del Carrione e del Lavello.


Nota: il titolo del documento vuole evidenziare due critiche di fondo al progetto dell’Autorità portuale. Questo, infatti, non realizzerebbe un vero water-front, ma infrastrutture funzionali al solo porto, senza chiedersi se siano utili anche per la città o, al contrario, aggravino le criticità già presenti.


 
 
 
 
L’odierna proposta di Legambiente riprende un’idea già lanciata dall’associazione nel 2008 e la integra con alcuni elementi tratti da uno studio, elaborato all’interno del laboratorio sulla pianificazione territoriale ed urbanistica costiera presso il “DIDA” (Dipartimento di Architettura) dell’Università di Firenze nel 2015-2016.

 

 
L’analisi ha evidenziato il rilevante stato di criticità in cui versa il tratto di costa posto a sud del porto di Marina di Carrara, con specifico riferimento alla foce del torrente Carrione ed all’area compresa tra la foce stessa e lo sbocco a mare del fosso Lavello.

Il tratto presenta forme di elevato degrado fisico, ambientale e idrogeologico, alle quali si associano diversi livelli di detrimento paesaggistico, urbanistico e funzionale, nonché condizioni insediative ed infrastrutturali inadeguate.

 

I due principali interventi

 
 
La proposta Legambiente di riqualificazione prevede due principali azioni, l’una complementare all’altra. La prima è la sistemazione idrogeologica della foce del Carrione, grazie ad una soluzione infrastrutturale innovativa di accesso unico al porto commerciale che razionalizzerebbe il traffico portuale e migliorerebbe la viabilità costiera –eliminando l’attraversamento di Marina di Carrara da parte del traffico pesante– e, soprattutto, consentirebbe una rilevante riqualificazione paesaggistica, ambientale e naturalistica dell’area di foce.

Questo nuovo assetto dell’area di foce del Carrione trova il suo completamento nella seconda azione: una vecchia idea di Legambiente, oggi riproposta e implementata, volta a riutilizzare, riqualificare e rigenerare il tratto di costa tra la foce del Carrione e quella del fosso Lavello (fino al confine col comune di Massa). Si tratta della realizzazione di un vero e proprio “parco lineare costiero”, strettamente compenetrato con le idee di riqualificazione della foce del Carrione.

 

Riqualificazione della foce del Carrione

Lo schema progettuale proposto prevede per la foce del Carrione un rilevante allargamento, che quadruplica la sezione idraulica utile, portandola dagli attuali 30 metri circa a 120 metri. In questo quadro si innestano la riqualificazione paesaggistica, ambientale e naturalistica nonché il riordino e il miglioramento infrastrutturale viario.

La riqualificazione paesaggistico-ambientale prende spunto dalla primaria necessità di restituire spazio al fiume, con un consistente allargamento della sezione di foce, e dall’esigenza di una appropriata progettazione ecologico-naturalistica che contempli la ricostituzione di un’area golenale e di fasce spondali rinaturalizzate, in continuità, verso sud, con il citato parco lineare costiero.

 

Un ponte di pregio per il nuovo accesso al porto

Merita osservare che, contrariamente a quanto spesso si verifica, la nuova infrastruttura viaria proposta non comporta ostacoli al deflusso (anche il ponte ferroviario sarebbe ampliato a 120 m pur mantenendo i piloni di sostegno) o una ulteriore cementificazione dell’alveo, ma è proprio un tassello delle azioni di ri-qualificazione paesaggistico ambientale della foce del Carrione.

L’intervento sulla viabilità, infatti, crea un nuovo accesso unico al porto commerciale, ma si colloca a nord del Carrione, senza interessare in alcun modo l’area di foce e tanto meno la sponda sud del torrente. Prevede l’eliminazione dell’attuale ponte sul Carrione in viale Da Verazzano e la creazione di un nuovo ponte a campata unica (senza piloni in alveo) che, dalla nuova rotatoria tra il viale Zaccagna ed il viale Delle Pinete, attraversa il fiume in un punto intermedio della foce ampliata (dove la sezione fluviale sarebbe di circa 90 metri) ed è orientato in modo da permettere un accesso diretto in porto.

Il ponte permetterebbe pertanto anche il transito di carichi eccezionali, senza che questi debbano fare alcuna manovra aggiuntiva per l’entrata o l’uscita, consentendo al contempo la fluidità del traffico ordinario sul viale litoraneo.

Inoltre il nuovo ponte, pensato come opera architettonica di pregio, si connoterebbe anche come nuovo “land-mark” identitario del litorale di Marina di Carrara.

 

Il parco lineare costiero

Il parco lineare costiero completa a sud l’intervento di riqualificazione e di riassetto della costa. Questo tratto costituisce un vero “water-front”: un concreto affaccio sul mare e un esempio raro di possibilità di fruizione diretta della linea di riva, senza alcuna forma di barriera, di interdizione o di filtro; sicuramente l’unico rimasto (così ampio) sull’intero tratto costiero del comune di Carrara.

A tal fine è necessario anzitutto trasferire dal demanio portuale al demanio marittimo (ed eventualmente da quest’ultimo in concessione gratuita al patrimonio comunale) l’area rettangolare compresa tra il Carrione a nord, il Lavello a sud, il mare ed il viale Da Verazzano; si tratta di 750 metri di affaccio marino per circa 70 metri di profondità, per una superficie complessiva di circa 53.000 metri quadrati (5,3 ettari).

Il nuovo parco lineare costiero prevede la risistemazione di questa striscia di territorio ad area pubblica fruibile, riqualificandola sotto il profilo ambientale e paesaggistico tramite fasce di vegetazione parallele alla linea di costa, che si sviluppano progressivamente dalla linea di riva verso l’interno secondo le successioni naturali proprie di ambienti marini di costa bassa (quali gli habitat dunali, retro-dunali e di macchia mediterranea).

La fruibilità dell’area si realizza, integrandosi con le sistemazioni vegetali, tramite percorsi pedonali, piste ciclabili, aree di sosta con sedute e punti d’ombra, belvedere sul mare e postazioni minimamente attrezzate per la pesca sportiva, nonché con dotazioni di spazi ristoro-relax, quali chioschi e piccoli padiglioni, anche come mantenimento e riqualificazione di talune strutture già presenti.
 

Conclusioni

La riqualificazione della foce del Carrione e dell’affaccio costiero qui presentata, oltre a dare un consistente contributo alla messa in sicurezza idrogeologica, doterebbe il territorio comunale di un sistema infrastrutturale avanzato e sostenibile, realizzerebbe un vero fronte-mare e restituirebbe alla libera fruizione di cittadini e turisti un luogo altrimenti marginalizzato e degradato, trasformandolo in un’attrattiva particolare ed unica nel panorama costiero ligure-tirrenico.

Il parco lineare costiero sarebbe infatti estremamente suggestivo dal punto di vista panoramico (consentendo la vista sia del mare che della catena apuana), molto godibile per lo svago, interessante per la qualità dell’ambiente e particolare per la tipologia fruitiva.
 



Per saperne di più:

Sul porto commerciale e turistico, water front, dragaggi, ripascimenti:

I miracoli del “modello toscano”: ripascere le spiagge con sabbie portuali inquinate  (18/12/2015)

Dragaggio del porto e ripascimento: come si ripuliscono le sabbie inquinate (12/9/2015)

Piano Regolatore Portuale: sogni di grandezza e principio di realtà  (17/8/2015)

Basta al consumo del litorale: ospitare il porto turistico all’interno di quello commerciale (13/12/2010)

Porto turistico: le osservazioni al progetto Caltagirone (19/9/2010)

Dal processo partecipativo sul water front: una lezione di democrazia (19/7/2010)

Il percorso partecipativo sul water front promosso da AmareMarina: quale futuro per il fronte mare? (30/6/2010)

Porto turistico: un protocollo d’intesa nell’interesse di chi o a favore di che cosa? (3/1/2010)

Le manovre per l’ampliamento del porto. Le associazioni scrivono al Ministro dell’Ambiente (13/1/2007)

Legambiente nazionale chiede al Ministero dell’Ambiente di partecipare al tavolo tecnico sul porto (4/8/2006)

 

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