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Le richieste di Legambiente al forum di programmazione dell’Arpat

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Il 25 settembre dalle 9.00 alle 13.00 presso la “Sala della Resistenza della Provincia di Massa Carrara” Piazza Aranci, Massa, si è tenuto il Forum di discussione indetto dall’ARPAT per verificare e aggiornare le strategie di programmazione 2009-2011 e per orientare il suo Piano di attività.
All’incontro hanno partecipato il Direttore Generale Sonia Cantoni, il Responsabile del Dipartimento Provinciale Laura Balocchi, l’Assessore all’Ambiente della Provincia Livio Grillotti e, naturalmente, enti locali, operatori economici (balneari, commercianti, industriali, ecc.), sindacati, associazioni ambientaliste.
Si riportano di seguito le richieste di Legambiente Carrara.

 

Richieste tecniche

Consapevoli della ristrettezza delle risorse dell’ARPAT, limiteremo a due sole le richieste più impegnative, di carattere tecnico.

 

Indagine sull’inquinamento acustico

La prima, rivolta al dipartimento locale, è quella di inserire nel piano di attività 2009 un’indagine sull’inquinamento acustico un problema che, pur lamentato dai residenti, non è ancora riconosciuto, proprio per la mancanza di dati oggettivi. Le priorità sono per Carrara quello legato all’intenso traffico pesante connesso alle attività estrattive e, per Marina, quello da traffico al quale si aggiunge, d’estate, quello legato alle attività ricreative estive, soprattutto notturne.

 

Tarare i rilevatori: sottostimano il PM10!

La seconda, rivolta a tutti i dipartimenti, è quella di tarare i rilevatori di raggi beta per il PM10 in modo da fornire dati equivalenti a quelli del metodo ufficiale (gravimetrico). La sensibile sottostima dei rilevatori beta (circa il 30%, secondo l’APAT) fornisce, infatti, un quadro ottimistico della situazione reale (per quanto già sufficientemente fosco) e induce oggettivamente a considerare meno pressante l’esigenza di adottare misure efficaci, allontanando perciò il risanamento.

 

Supporto attivo agli enti

Ma ciò che chiediamo soprattutto all’ARPAT, invece, è un maggior impegno di carattere comunicativo-divulgativo nei confronti della popolazione e di carattere propositivo nei confronti degli enti locali, per dare un contributo attivo non solo alla “misurazione” dei problemi più pressanti, ma anche alla loro soluzione.

L’utilità del monitoraggio della qualità dell’aria, ad es., non sta tanto nei dati rilevati, ma soprattutto nel fatto di averli resi di pubblico accesso. Se è vero, infatti, che i dati preoccupanti (49 superamenti del PM10 alla Lugnola e 155 in via Frassina) dovrebbero essere più che sufficienti ad indurre il Comune a prendere provvedimenti, è sotto gli occhi di tutti che la realtà è ben diversa. Dunque l’utilità principale di questi dati è stata quella –grazie al loro libero accesso– d’aver fornito ai cittadini uno strumento di pressione nei confronti dell’Amministrazione comunale di Carrara, smontandone le argomentazioni tendenti a negare il problema (prima del monitoraggio) o a minimizzarlo (dopo) e, in ogni caso, ad evitare l’adozione di misure efficaci.

 

Chiarire le idee ai nostri amministratori: sulle polveri sottili …

Tenuto anche conto che la missione dell’ARPAT non è quella di fare i “notai dell’ambiente”, registrandone passivamente le variazioni dello stato di salute, ma quella di migliorare l’ambiente, le chiediamo una maggior iniziativa. Ad es.:

  • chiarendo al Comune, per iscritto, che poiché a Carrara la fonte principale del PM10 sono le polveri disperse dai camion del marmo, le misure valide per altre città (rinnovo del parco autoveicolare, limitazioni ai mezzi più inquinanti) sono di scarsa utilità a Carrara, dove gli sforzi principali dovrebbero essere rivolti al lavaggio scrupoloso dei camion e, se non dovesse bastare, alla riduzione dei transiti quotidiani;
  • chiarendo che, date le piccole dimensioni di Carrara e l’eterogeneità della sua qualità dell’aria, i dati rassicuranti della centralina del Colombarotto, anche se definita “da fondo”, non sono rappresentativi dell’intera città e, soprattutto, non possono fornire un alibi per non intervenire ad abbattere il PM10 lungo tutto il percorso ascendente e discendente dei camion;
  • invitando i comuni di Carrara e di Massa a prescrivere a tutte le aziende che lavorano materiali polverulenti lo stoccaggio in silos a tenuta ermetica, la pulizia e asfaltatura dei piazzali, impianti di lavaggio dei camion in uscita.

Ancora: la situazione allucinante dell’Aurelia presso il cantiere della strada dei marmi e la relativa area di stoccaggio (con grandi nuvole di polvere sollevate al passaggio dei veicoli, che tra l’altro forniscono il loro bel contributo ai superamenti del PM10 della vicina centralina) è tale che chiediamo all’ARPAT di non limitarsi al suo lavoro di controllo e monitoraggio, ma di farsi parte attiva indicando ai comuni l’esigenza di intervento e suggerendo le misure più opportune.

 

… su cave e inquinamento delle sorgenti

Analoga iniziativa è necessaria per le cave. I numerosi e ripetuti episodi di inquinamento delle sorgenti da parte di idrocarburi, terre, marmettola provenienti dalle cave, a causa dell’azione dilavante delle piogge e della loro infiltrazione nell’acquifero carsico, non possono vedere l’ARPAT ridotta al ruolo –peraltro difficile e mortificante– di ricercare a posteriori i responsabili. È invece necessaria, a nostro avviso, una svolta, un’iniziativa dell’ARPAT volta a prevenire alla radice l’inquinamento della falda: ad es. invitando i comuni a prescrivere il mantenimento costante di una pulizia scrupolosa di tutte le superfici di cava e lo stoccaggio in contenitori a tenuta di terre, fanghi, marmettola e di ogni materiale dilavabile dalle piogge.

Analoghe indicazioni e prescrizioni, ovviamente, dovrebbero essere date nell’ambito dei pareri per le autorizzazioni, delle pratiche di VIA, ecc.
In conclusione, non si chiede all’ARPAT di sconfinare dall’ambito delle proprie competenze, ma semmai di adempiere meglio –intensificando l’attività propositiva– alle sue competenze di supporto e consulenza agli enti locali.

 

Supporto attivo alla popolazione

Non è un mistero per nessuno che spesso gli enti locali, se non incalzati dalle componenti sociali, tendono a non affrontare i problemi con l’energia necessaria per risolverli. Spesso, addirittura, in assenza di pressione sociale, il lavoro di monitoraggio dell’ARPAT rischia di essere del tutto inutile, in quanto non si traduce in misure efficaci da parte degli enti.

 

Pubblicazione dei dati ambientali

Da qui l’invito all’ARPAT ad intensificare la sua strategia di comunicazione e di trasparenza a tutto campo –nei riguardi della popolazione– volta a favorire il raggiungimento di una consapevolezza diffusa delle problematiche ambientali e di una loro conoscenza approfondita. Ad es. inserendo sistematicamente sul suo sito, così come fa per la qualità dell’aria, anche i dati di tutte le altre matrici ambientali, compresi gli episodi di inquinamento delle sorgenti, del suolo, ecc. e, magari, proponendosi come punto di raccolta e divulgazione di dati detenuti da altri enti.

Insomma, l’invito di fondo è quello di svolgere con maggior vigore e intraprendenza  il servizio di supporto attivo di informazione e documentazione a tutte le componenti sociali, nella consapevolezza che la partecipazione informata e documentata dei cittadini –singoli o associati– è lo strumento più efficace per lo stesso raggiungimento della missione centrale dell’ARPAT: l’effettivo miglioramento dell’ambiente.

Carrara, 25 settembre 2008
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

La richiesta di tarare i rilevatori del PM10 è stata in seguito soddisfatta ed ha confermato la sottostima del PM10 misurato dalle centraline. Si veda il documento dell’ARPAT:

Sulla sottostima del PM10 misurato dalle centraline:

Sottostima PM10: l’ARPAT chiede scusa a Legambiente (1/9/2011)

Sottostima del PM10. Reclamo all’ARPAT: per mancata risposta abbiamo subito un danno di credibilità (18/8/2011)

L’ARPAT risponde: il PM10 non è sottostimato (20/7/2011)

Lettera all’Arpat: correggere il PM10 sottostimato (17/7/2011)

Carrara, la città delle polveri, risulta senza polveri? Correggere le delibere regionali! (16/2/2011)

Le centraline sottostimano il PM10 del 25%: lettera all’ARPAT e alla Provincia (27/1/2010)

Polveri sottili: il direttore generale del Comune, Tonelli, dà lezioni sulla direttiva senza averla letta (24/9/2009)

Clamorosa conferma: il PM10 di Carrara è sottostimato del 25% (8/8/2009)

 


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