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Attività estrattive nel distretto del marmo: opportunità e criticità (F. Ferruzza)

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Nuovo Regolamento degli agri marmiferi carraresi
Presentazione pubblica della proposta Legambiente
Carrara, ven. 15 febbraio 2013, ore 17,15
Biblioteca civica, piazza d’Armi

 

Attività estrattive nel distretto del marmo: opportunità e criticità

 

Fausto Ferruzza
Presidente di Legambiente Toscana
(Sintesi dell’intervento)

 

È con particolare piacere che partecipo a questo incontro pubblico, qui a Carrara. Vuoi per l’importanza del tema in discussione oggi, vuoi per la straordinaria qualità dell’azione del nostro Circolo locale. Che mi preme ringraziare da subito, per la stesura della proposta di regolamento che siamo in procinto d’illustrare.

Questo evento, peraltro, s’inserisce bene nella nostra agenda associativa 2013. Il 15 gennaio scorso, infatti, la nostra Direzione Nazionale ha presentato a Roma una nuova campagna di Legambiente: Italia Bellezza Futuro. E come ambientalista, memore della sua formazione di architetto, non posso non ricordare quanta bellezza sia strettamente connessa al bianco inimitabile delle facciate di S. Miniato al Monte, di S. Maria Novella o Santa Croce.

Non posso non rilevare quanto il candore del marmo di Carrara abbia potuto influire sulla bellezza di queste splendide architetture. Non posso non citare, ancora, le inarrivabili prove artistiche della Pietà o del David di Michelangelo, nient’affatto disgiungibili dalla loro ineguagliabile matericità. Per questo, possiamo a buon diritto dire che l’estrazione del marmo appartiene alla stessa identità storica ed antropologica di questa città. Un’identità, sia detto qui senza falsa modestia, di cui andar fieri.

Come ogni attività umana, tuttavia, anche l’attività estrattiva nel distretto apuano ha determinato e determina sacrifici, dolore, impatti. Impatti che negli ultimi decenni, e con un’accelerazione per certi versi imprevedibile, sono diventati sempre più pesanti e significativi. Ogni ambientalista che abbia davvero a cuore la finitezza del “bene marmo”, si dovrebbe preoccupare, in altri termini, della “sostenibilità” effettiva di questo prelievo. Una serena analisi basata sul discrimine costi/benefici, dovrebbe consigliare a tutti gli attori interessati da questa importante attività produttiva una migliore e maggiore prudenza.

Perché, se abbiamo il dovere di convivere e valorizzare questo prelievo, è con ancor maggiore senso di responsabilità che dobbiamo permetterne la tramandabilità alle generazioni future. Come s’intuisce facilmente, quando declamiamo dei diritti, postuliamo in maniera perfettamente speculare anche dei doveri.

È con questo spirito che ci siamo mossi, nell’ottobre scorso, quando abbiamo saputo della meritoria intenzione della Regione di rivedere il Testo Unico sulle cave (LR 78/1998, cit.). Lo abbiamo fatto, com’è nostro costume, a fronte alta. Spedendo un appello, in forma di lettera aperta, al Presidente Enrico Rossi. Credo sia utile alla discussione di oggi, che io richiami, sia pur in estrema sintesi, i capisaldi di quella missiva (4/10/12, cit.). Che sono stati:

  • perorare una tutela più severa dell’acquifero delle Alpi Apuane, ad esempio cercando di mantenere costantemente pulite le superfici di cava e prevenendo quindi la formazione dei cosiddetti “ravaneti”;
  • razionalizzare l’escavazione, puntando molto più decisamente sulla qualità, anche dismettendo quelle cave che producono una percentuale troppo alta di detriti, con i gravi e crescenti impatti sull’ambiente e sul territorio che abbiamo registrato negli anni;
  • promuovere attivamente, con incentivi chiari e trasparenti, la filiera locale del marmo, ad esempio subordinando le concessioni ad una percentuale obbligatoria di materiale da lavorarsi in loco;
  • istituire la tracciabilità di ogni singolo blocco prelevato, assieme ad un Osservatorio dei Prezzi, per evitare le clamorose sottostime che hanno dissestato finora le finanze comunali;
  • introdurre una volta per tutte la gara pubblica, dando concreta e limpida attuazione ai principi: di temporaneità, onerosità, caducità della concessione e, infine, dando corso all’obbligo della conduzione diretta da parte delle imprese.

Con questa breve memoria, abbiamo illustrato quale debba essere, a nostro parere, per il futuro, l’approccio delle amministrazioni locali al “bene comune marmo”. Ossia: eliminare e prevenire qualsiasi rendita parassitaria sul suo prelievo. Ponendo finalmente al centro della dialettica democratica la comunità e l’interesse generale da essa sotteso.

Siamo, in buona sostanza, convinti che nessuna attività sia ad impatto zero. Chi si vanta di fare economia senza produrre effetti collaterali, mente sapendo di mentire. Più umilmente e, forse, più utilmente per la causa collettiva, siamo convinti invece che in un’epoca fortemente segnata dalla crisi, tutti debbano fare un passo indietro, rispetto al proprio stretto particulare. Perché c’interessa eccome una piena e buona occupazione nel distretto del marmo. Dio solo sa quanto importante sia per Carrara e la sua storia.

Ma non vorremmo mai uno sviluppo a tutti i costi. Perché ci sono valori, come la sostenibilità del prelievo, la salute collettiva (si legga pure: dei lavoratori e dei cittadini), in un sintagma: la qualità della vita, che non hanno prezzo. E venendo a chiudere, mi vien da pensare che aveva ragione quel frate del II Atto di Giulietta e Romeo di Shakespeare, quando diceva che “… sotto la tenera membrana di questo fragile fiore c’è, insieme, un veleno e un potere curativo” perché è spesso la misura delle cose che fa la differenza. Esattamente come tra un farmaco e un veleno, appunto.

Grazie dell’attenzione e buon lavoro a tutti noi.



Per saperne di più:

Sul nuovo Regolamento degli agri marmiferi proposto da Legambiente al consiglio comunale:

Nuovo Regolamento degli agri marmiferi: la proposta Legambiente (G. Sansoni) (15/2/2013)

Agri marmiferi. Dal regolamento del 1994 ad oggi: problematiche e prospettive (I. Fusani) (15/2/2013)

Agri marmiferi, proposta di nuovo regolamento: introduzione (M. Antonioli) (15/2/2013)

Ecco il nuovo Regolamento degli agri marmiferi proposto da Legambiente (9/2/2013)

La deliberazione su cave, beni estimati, regolamento agri marmiferi proposta da Legambiente al consiglio comunale (9/2/2013)

Sui canoni di concessione delle cave, entrate comunali, illegittimità, proposte:

Finalmente si modifica la L.R. sulle cave: appello al Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi  (4/10/2012)

Cave: Legambiente chiede un’indagine alla commissione antimafia (11/8/2012)

Cave: illegittimità e danno erariale. Esposto contro amministratori a Procura e Corte dei Conti (12/7/2012)

Basta regali alle cave: rilasciare le concessioni e porre fine al danno erariale (8/6/2012)

Regolamento agri marmiferi, tariffe, concessioni: serve una vera svolta (23/2/2012)

Più soldi dalle cave? Basta demagogia: il Comune rispetti la legge! (30/11/2011)

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Tariffe marmo: ecco la proposta di Legambiente (6/5/2011)

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