Le verifiche ARPAT sulla centralina della Lugnola
Vogliamo segnalare una notizia di quasi un mese fa, di per sé clamorosa ma che, stranamente, è passata inosservata.
L’ARPAT, nella sua politica di trasparenza, ha pubblicato sul suo sito la risposta alla lettera del comitato SOS Carrara che si chiedeva come mai ultimamente la centralina della Lugnola registrasse valori di PM10 inferiori a quelli della centralina del Colombarotto.
Nel documento dell’ARPAT si legge che le verifiche effettuate col metodo gravimetrico (il metodo di riferimento di legge) hanno mostrato che i valori registrati alla Lugnola (col metodo di assorbimento dei raggi beta) sono sottostimati del 25%.
Altre conferme sulla sottostima delle centraline
Si noti che l’identica sottostima era emersa dalle analisi dei periti dell’università di Genova, incaricati dal tribunale.
D’altronde nell’ambito scientifico era ben noto che i rilevatori di raggi beta (largamente utilizzati in tutta Italia) sottostimano il PM10, tanto è vero che l’APAT (Agenzia nazionale per l’ambiente e i servizi tecnici), per rendere confrontabili i valori delle città italiane, aumenta addirittura del 30% il PM10 ottenuto coi rilevatori di raggi beta.
Proprio per questo motivo, nell’incontro del 25 settembre 2008 al quale l’ARPAT ha invitato enti ed associazioni, Legambiente aveva chiesto di «tarare i rilevatori di raggi beta per il PM10 in modo da fornire dati equivalenti a quelli del metodo ufficiale (gravimetrico), poiché la nota sottostima dei rilevatori beta fornisce un quadro ottimistico della situazione e induce gli enti a considerare meno pressante l’esigenza di adottare misure efficaci di risanamento».
Le indicazioni pratiche da trarne
Nell’esprimere apprezzamenti per l’accoglimento della nostra richiesta dobbiamo trarne le necessarie indicazioni pratiche.
La prima riguarda il giudizio sulla reale qualità dell’aria alla Lugnola: correggendo i valori sottostimati del 25%, nel primo semestre 2009 i superamenti del limite di legge non sono 23, bensì 40, cinque in più di quelli ammessi in un intero anno.
Cosa chiediamo
Si tratta di una ragione molto solida che dovrebbe indurre il sindaco a dare immediata attuazione alle misure prescritte dall’ordinanza del tribunale, tuttora inevase. Tuttavia, visti i precedenti, è fin troppo facile profezia prevedere che ciò non avverrà.
La seconda riguarda l’ARPAT e la Provincia, alle quali chiediamo di sostituire in tutte le centraline i rilevatori di raggi beta col più affidabile metodo gravimetrico, previsto dalla legge e, nel frattempo, di correggere di quel 25% i valori del PM10 forniti dalle attuali centraline.
Sappiamo benissimo, infatti, che finché le centraline continueranno a fornire dati sottostimati, il sindaco e i dirigenti comunali continueranno a fingere di credere alla loro attendibilità e a dire che il problema delle polveri è ormai risolto e, magari, ad attribuirsene il merito.
Carrara, 8 agosto 2009
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Sulla sottostima del PM10 misurato dalle centraline:
Sottostima PM10: l’ARPAT chiede scusa a Legambiente (1/9/2011)
Sottostima del PM10. Reclamo all’ARPAT: per mancata risposta abbiamo subito un danno di credibilità (18/8/2011)
L’ARPAT risponde: il PM10 non è sottostimato (20/7/2011)
Lettera all’Arpat: correggere il PM10 sottostimato (17/7/2011)
Carrara, la città delle polveri, risulta senza polveri? Correggere le delibere regionali! (16/2/2011)
Documento ARPAT: la sottostima del PM10 da parte delle centraline di Carrara (10/7/2009)
Le centraline sottostimano il PM10 del 25%: lettera all’ARPAT e alla Provincia (27/1/2010)
Polveri sottili: il direttore generale del Comune, Tonelli, dà lezioni sulla direttiva senza averla letta (24/9/2009)
Le richieste di Legambiente al forum di programmazione dell’Arpat (25/9/2008)