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Revisione del regolamento agri marmiferi: presentata la proposta Legambiente-Co.Di.Ci.

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Al Sindaco del Comune di Carrara

 

Oggetto: proposta di deliberazione prevista nello Statuto e nel Regolamento del Comune di Carrara, per la revisione del Regolamento degli Agri Marmiferi

 

Facendo seguito al primo gruppo di firme consegnato il 13 dic. 2012, si allegano altre 253 firme e si dettaglia meglio la proposta.

Considerato che:

  • a 15 anni dalla sua approvazione, il regolamento sugli agri marmiferi non è ancora compiutamente applicato;
  • il regolamento è stato intenzionalmente indebolito da amministratori infedeli, a danno dei cittadini;
  • le scelte tariffarie degli amministratori hanno comportato l’arricchimento dei titolari di cava e una rilevante perdita di entrate dal marmo, interamente scaricata sui cittadini con l’aumento delle tasse;
  • l’amministrazione sta affrontando la revisione dell’intera materia, compresi il regolamento e la questione dei beni estimati;
  • il Comune ha piena potestà di legiferare in materia, in osservanza della L.R. 104/95;
  • la città, indebitata per la strada dei marmi, ha assoluta necessità di risorse rilevanti e durature, anche per far fronte ai danni alluvionali e alla sistemazione del dissesto idrogeologico.

 

I sottoscritti cittadini di Carrara chiedono al Consiglio Comunale l’approvazione di una deliberazione che elimini dal Regolamento sugli agri marmiferi gli aspetti illegittimi inseritivi e vi introduca alcuni punti qualificanti, come di seguito sintetizzato:

  • entro sei mesi, rilascio delle concessioni, con relativi disciplinari;
  • eliminazione del rinnovo automatico delle concessioni, riduzione della loro durata a 10 anni e, alla scadenza, assegnazione della concessione mediante gara di evidenza pubblica con canone base (suscettibile di solo rialzo) pari ad una data percentuale del valore di mercato del marmo prodotto da ciascuna cava. Si propone una percentuale progressiva: dal 5% per i marmi di minor valore di mercato al 20% per quelli di maggior valore;
  • razionalizzare l’attività estrattiva, superando l’eccessiva frammentazione delle concessioni; applicare da subito il principio “una sola concessione per ogni cava” per raggiungere entro 10 anni un’unica concessione e un unico piano di escavazione per ogni bacino marmifero;
  • contrastare la tendenza a ridurre le cave al ruolo di distretto minerario in cui prevale la produzione di blocchi per l’esportazione e, invece, favorire la lavorazione in loco e l’occupazione. A tal fine:
    • fissare un tetto al marmo estraibile, riducendolo gradualmente a 700.000 t/anno;
    • favorire la lavorazione nel comprensorio riequilibrando il rapporto tra i blocchi esportati e quelli lavorati in loco, portando gradualmente al 50% il marmo lavorato in loco (entro 5 anni); a questo scopo, condizionare il quantitativo massimo annuo estraibile da ciascuna cava alla quantità effettivamente lavorata in loco;
    • privilegiare la produzione di blocchi, dismettendo le cave che producono più del 75% di detriti;
    • per evitare la permanenza di cave improduttive, oltre al quantitativo massimo annuo estraibile, prevedere il quantitativo minimo estraibile, pena la decadenza della concessione;
    • revocare la concessione nel caso di gravi inadempienze degli obblighi previsti nel disciplinare, in particolare di quelli relativi alla sicurezza e all’ambiente (compreso il corretto smaltimento delle terre e degli altri detriti);
    • calcolare il canone in base al reale valore di mercato del marmo (prezzo di vendita sul mercato nazionale e globale), contrastando le attuali vergognose sottostime e i trucchi elusivi (es. sottofatturazione);
    • istituire la tracciabilità (fisica e contabile) di ogni blocco, mediante dispositivi elettronici e un Osservatorio dei prezzi, dotato di personale che, attraverso controlli incrociati (prezzo di vendita di ogni blocco in ogni passaggio di proprietà, prezzo di vendita dei lavorati, raffronti tra cave e tra intermediari, documenti contabili, ecc.) contrasti l’evasione, l’elusione fiscale e il danno erariale;
    • istituire la videosorveglianza in ogni cava (in particolare di tutto ciò che entra ed esce); utilizzare le più moderne tecnologie (es. laser scanner) per controllare i volumi annualmente estratti da ciascuna cava, nonché il corretto smaltimento dei detriti;
    • eliminare dal Regolamento la previsione dell’arbitrato (art. 10 ter) che sottrae al Comune la piena potestà di stabilire il canone: se il concessionario non intende accettare il canone stabilito, il Comune metta all’asta la concessione;
    • eliminare la possibilità di accordi tra Comune ed imprenditori per una tariffa unica che inglobi il canone e il contributo regionale (art. 10 sexies): si tratta di un espediente surrettiziamente introdotto nel Regolamento per aggirare il principio del canone in relazione al valore di mercato (L. 724/94, art. 32, c. 8), con grave danno per le entrate comunali. Il Comune fissi espressamente sia l’importo del canone sia quello del contributo regionale;
    • abolire ogni forma di rendita parassitaria eliminando l’art. 15 del Regolamento e ribadendo l’obbligo dei concessionari alla coltivazione diretta della cava e il principio “una cava, una concessione”;
    • estendere espressamente l’applicazione del Regolamento anche ai beni estimati (integrando l’art. 13), con tutti gli obblighi delle altre concessioni (temporaneità, onerosità, caducabilità, ecc.). Per evitare ogni possibilità di ricorso, chiedere alla Regione un’analoga integrazione della L.R.;
    • fin da subito, comunque, il Comune richieda ai titolari di pretesi beni estimati di documentare la legittimità del loro titolo(producendo gli estimi del 1731, cartografie dei confini, ecc.); depennare dai beni estimati le cave che non documentino adeguatamente la legittimità del loro titolo.


Rappresentanti dei firmatari:

Associazione CO.DI.CI.: Guido Palmerio / Cesare Micheloni
Via Provinciale Avenza Sarzana 28 – 54033 Carrara

Legambiente Carrara: Giuseppe Sansoni
Viale XX Settembre, 148 – 54033 Carrara; Tel. 0585 841592; legambiente.carrara@infinito.it

Carrara, 28/12/2012



Per saperne di più:

Sul nuovo Regolamento degli agri marmiferi proposto da Legambiente al consiglio comunale:

Nuovo Regolamento degli agri marmiferi: la proposta Legambiente (G. Sansoni) (15/2/2013)

Agri marmiferi. Dal regolamento del 1994 ad oggi: problematiche e prospettive (I. Fusani) (15/2/2013)

Attività estrattive nel distretto del marmo: opportunità e criticità (F. Ferruzza)  (15/2/2013

Agri marmiferi, proposta di nuovo regolamento: introduzione (M. Antonioli) (15/2/2013)

Gli Atti dell’incontro di presentazione della proposta di nuovo Regolamento degli agri marmiferi (15/2/2013)

Ecco il nuovo Regolamento degli agri marmiferi proposto da Legambiente (9/2/2013)

La deliberazione su cave, beni estimati, regolamento agri marmiferi proposta da Legambiente al consiglio comunale (9/2/2013)

Sui canoni di concessione delle cave, entrate comunali, illegittimità, proposte:

Finalmente si modifica la L.R. sulle cave: appello al Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi  (4/10/2012)

Cave: Legambiente chiede un’indagine alla commissione antimafia (11/8/2012)

Cave: illegittimità e danno erariale. Esposto contro amministratori a Procura e Corte dei Conti (12/7/2012)

Basta regali alle cave: rilasciare le concessioni e porre fine al danno erariale (8/6/2012)

Regolamento agri marmiferi, tariffe, concessioni: serve una vera svolta (23/2/2012)

Più soldi dalle cave? Basta demagogia: il Comune rispetti la legge! (30/11/2011)

Carrara aumenta le tasse per non far pagare le cave che smaltiscono abusivamente le terre (7/7/2011)

Tariffe marmo: ecco la proposta di Legambiente (6/5/2011)

Dopo la trasmissione di Report sulle cave. Il sindaco: impotente o responsabile? (9/4/2011)

Canoni di concessione cave: le scelte del Comune impoveriscono la città. Esposto a Procura e Corte dei Conti (14/10/2010)

Il Comune si riappropri delle cave: il marmo deve tornare a dare benefici ai cittadini (27/10/2010)

 


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