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Beni estimati e regolamento: l’amministrazione non giochi a nascondino

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I beni estimati sono aboliti: basta scriverlo

Come ha chiarito a Report l’avvocato Baldi della Regione Toscana, già nel 1995, con l’approvazione del Regolamento degli agri marmiferi e la sentenza della Corte Costituzionale n. 488/95, le leggi estensi sono state abrogate. Nella revisione del Testo Unico sulle cave (L.R. 78/98) oggi in corso, la Regione, espletati gli approfondimenti giuridici, intende trarne le conseguenze disciplinando finalmente i beni estimati al pari delle altre normali concessioni.

D’altronde la questione era stata univocamente chiarita da tempo con i pareri degli avv. Piccioli (1999), Barile (1999) e Batistoni Ferrara (2002) e può essere così sintetizzata: i beni estimati del 1751 avevano la natura di “investiture minerarie”; pertanto oggi, a norma della legge mineraria del 1927, rientrano nell’ambito delle concessioni e –in quanto tali– sono onerose e temporanee. Dunque il diritto di godimento perpetuo dei beni estimati (editto di Maria Teresa Cybo Malaspina, 1751) decade con l’abrogazione delle leggi estensi, cioè (ai sensi dell’art. 64 della legge mineraria) a partire dall’emanazione di un regolamento comunale degli agri marmiferi (approvato nel 1995).

Già i pareri del 1999 e 2002 avevano dunque ben chiarito la questione: per rendere operativa la decadenza dei beni estimati sarebbe stato perciò sufficiente scriverlo nel regolamento degli agri marmiferi e nella legge regionale.

 

Ma il Comune ha remato contro

Il problema è che da allora le amministrazioni comunali, anziché darsi da fare per applicare il regolamento, rilasciare le concessioni, esplicitare la sua applicazione anche ai beni estimati e sollecitare la Regione a fare altrettanto, erano troppo indaffarate a smantellare il regolamento del 1995 e a fare accordi tariffari al ribasso con gli industriali, a danno delle casse comunali.

Per imprimere una svolta alla situazione, Legambiente e Codici hanno proposto un nuovo Regolamento i cui punti qualificanti prevedono che i beni estimati siano trattati al pari delle altre concessioni, la riunificazione delle concessioni (una cava, una concessione), la riduzione della loro durata a 10 anni, il loro rilascio mediante gara pubblica, premiando gli imprenditori che si impegnano a far lavorare in loco una parte dei blocchi, l’eliminazione degli espedienti che mantengono le rendite parassitarie (es. socio esperto), l’istituzione dell’Osservatorio dei prezzi del marmo.

Sono punti al centro del dibattito di questi anni, sui quali l’amministrazione dichiara una sostanziale condivisione. Ma la volontà politica si giudica dai fatti, non dalle parole: nel consiglio comunale del 30 maggio la maggioranza ha bocciato seccamente il nostro regolamento, respinto la nostra proposta di collaborazione a perfezionarlo e si è impegnata a presentare un proprio regolamento entro due mesi (promessa –come prevedibile– non mantenuta).

 

Il Comune renda pubblica la sua bozza di nuovo regolamento

Ma se, come dice il sindaco, le cave appartengono a tutti i carraresi, perché la bozza di nuovo regolamento elaborata dagli uffici comunali è mantenuta segreta? Perché è negata perfino alla commissione marmo (che in realtà dovrebbe elaborarla) e ai consiglieri comunali che dovrebbero discuterla? Perché si dichiara di agire in nome dei carraresi, ma si teme la loro partecipazione? Se non c’è nulla da nascondere perché non si apre un’ampia discussione pubblica? Si preferiscono forse trattative segrete con gli industriali? Dopo 15 anni di gestione fallimentare del marmo (in accordo con gli industriali e nel loro interesse), l’amministrazione può ancora nascondere le carte ai cittadini e pretendere da loro cieca fiducia? Non sarebbe ora di coinvolgere tutta la cittadinanza, in modo da correggere eventuali errori e apportare miglioramenti?

In conclusione, chiediamo che il Comune, superando questa concezione mutilata di democrazia, renda pubblica la sua proposta di regolamento, dimostri di avere fiducia nei carrarini e chieda espressamente la loro partecipazione (come singoli e associati). Se la proposta sarà sostenuta dall’intera città, anche la Regione saprà aderirvi e stringere i tempi.

Carrara, 14 novembre 2013
Legambiente Carrara



Per saperne di più:

Sul nuovo Regolamento degli agri marmiferi proposto da Legambiente al consiglio comunale:

Il nero alle cave è un furto ai cittadini. Perché il Comune lo tollera?  (26/9/2013)

Consiglio comunale sugli agri marmiferi, la fiera dell’ipocrisia: bravi, ma state al vostro posto!  (1/6/2013)

Proposta di nuovo Regolamento agri marmiferi: intervento di Legambiente in consiglio comunale (30/5/2013)

Cave: preavviso agli amministratori. Chi non vuole la gara impoverisce i carraresi; ne risponda in proprio!  (2/4/2013)

Nuovo Regolamento degli agri marmiferi: la proposta Legambiente (G. Sansoni) (15/2/2013)

Agri marmiferi. Dal regolamento del 1994 ad oggi: problematiche e prospettive (I. Fusani) (15/2/2013)

Attività estrattive nel distretto del marmo: opportunità e criticità (F. Ferruzza)  (15/2/2013

Agri marmiferi, proposta di nuovo regolamento: introduzione (M. Antonioli) (15/2/2013)

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Ecco il nuovo Regolamento degli agri marmiferi proposto da Legambiente (9/2/2013)

La deliberazione su cave, beni estimati, regolamento agri marmiferi proposta da Legambiente al consiglio comunale (9/2/2013)

Sui canoni di concessione delle cave, entrate comunali, illegittimità, proposte:

Il nero alle cave è un furto ai cittadini. Perché il Comune lo tollera?  (26/9/2013)

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Canoni di concessione cave: le scelte del Comune impoveriscono la città. Esposto a Procura e Corte dei Conti (14/10/2010)

Il Comune si riappropri delle cave: il marmo deve tornare a dare benefici ai cittadini (27/10/2010)

Cave: aumentare affitti e canoni (3/9/2010)

Su cave e usi civici, beni estimati:

Usi civici e cave: osservazioni alla proposta di legge regionale  (16/10/2013)

 Usi civici e cave: osservazioni alla proposta di legge regionale – ALLEGATO TECNICO-GIURIDICO (14/10/2013) (84 KB)

 La proposta di legge regionale sugli usi civici (ottobre 2013, 92 KB)

Esposto per il riconoscimento delle cave come beni comuni (5/10/2005)

 

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