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Regolamento agri marmiferi: la burla della gara pubblica

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La gara pubblica rinviata alle calende greche

A breve il consiglio regionale dovrebbe approvare le nuove Norme in materia di cave che hanno già subito modifiche peggiorative per le pressioni della lobby del marmo. Così le norme, pur introducendo la gara pubblica per il rilascio della concessione (in necessaria ottemperanza alle norme europee), ne prevedono tali e tante proroghe da rinviarla al 2022 (al più presto: per le cave con autorizzazione in scadenza), in buona parte attorno al 2035 e per altre addirittura agli anni ’40 e ’50. Grazie a questi sostanziosi regali alla rendita di posizione dei titolari di cava, le entrate comunali dal marmo –che avrebbero dovuto essere rimpinguate grazie alla gara pubblica– resteranno esangui ancora per qualche decennio.

 

La gara pubblica ridotta a burla: stupidità o complicità?

Intanto a casa nostra sindaco e giunta hanno più volte ribadito che le cave sono dei carraresi, che devono perciò esserne i beneficiari. Tuttavia, anziché alzare la voce contro questi scandalosi rinvii della gara previsti dalla regione, hanno preferito il silenzio, tanto da far sorgere il sospetto che, al di là delle dichiarazioni, anch’essi antepongano gli interessi degli industriali a quelli dei carraresi.

Il sospetto diviene certezza leggendo la bozza di nuovo regolamento degli agri marmiferi predisposto dal comune. L’art. 13, infatti, pone a base di gara –suscettibile di solo rialzo– soltanto il cosiddetto “canone di ingresso” (da pagare solo il primo anno), anziché quello “periodico” (da pagare ogni anno per tutta la durata della concessione).

Paragonando la concessione di cava all’affitto di un appartamento, sarebbe come se questo fosse assegnato non a chi offre l’affitto mensile più elevato, ma a chi offre una cifra iniziale più alta: magari si incasserebbero subito 1.000 € in più, ma per 20 anni si perderebbero 100 € il mese, per una perdita totale di 24.000 €. Solo un proprietario autolesionista potrebbe concepire una gara d’affitto simile! Eppure, dopo anni di rinvii e approfondimenti, il comune ha partorito proprio questa geniale pensata.

 

Il comune pianifica colossali perdite delle entrate del marmo

Un piccolo esempio può chiarire l’entità della differenza tra una gara europea –finalizzata ad apportare benefici ai cittadini– e quella concepita dal comune. Prendiamo una cava che produce 20.000 t annue di blocchi; per un marmo ordinario con valore di mercato di 100 €/t il ricavo dell’intera durata della concessione (poniamo 20 anni) sarà 40 milioni di €, mentre per un marmo pregiato con valore di mercato 1.000 €/t il ricavo sarà di 400 Mln. È ovvio che, per accaparrarsi la cava che rende 360 Mln in più, un imprenditore possa essere disposto ad offrire un canone annuo anche molto superiore a quello posto a base di gara: perfino se offrisse di pagare un canone ventennale di 200 Mln (la metà dell’intero ricavo!), infatti, farebbe comunque un affare rispetto alla cava di marmo ordinario. D’altronde il principio della gara europea è proprio questo: trarre dal bene pubblico il massimo beneficio per la comunità, grazie alla concorrenza. Perché mai, allora, la comunità carrarese dovrebbe ricercare il massimo beneficio dell’im­pren­ditore?

La seguente tabella mette a confronto i due tipi di gara: quella prevista dal regolamento comunale (con canone annuo fisso: vince l’offerta di canone d’ingresso più elevata) e quella europea (con canone d’ingresso fisso: vince l’offerta di canone annuo più elevata). Nel primo caso le entrate comunali in 20 anni potrebbero ragionevolmente variare tra 35 e 48 Mln, mentre con la gara europea potrebbero superare (anche abbondantemente) i 100 Mln.

Tab. 1. Calcolo delle entrate comunali e del guadagno di una cava di marmo pregiato (entrambi per un periodo di 20 anni) secondo due scenari: 1) bando di gara previsto dal Comune di Carrara (righe su sfondo bianco: vince chi offre il maggior canone di ingresso) e 2) bando di gara europeo (righe su sfondo grigio: vince chi offre il maggior canone annuo). È evidente che, con la gara prevista dal regolamento comunale, potrebbe bastare l’offerta del raddoppio del canone d’ingresso (in grassetto: 3,2 Mln €) per aggiudicarsi la concessione della cava. Il comune incasserebbe 35,2 Mln € in 20 anni, mentre con la gara europea potrebbe incamerare più di 100 Mln.

Offerta dei
concorrenti

t /
anno

v.m.
€/t

ricavo
€/anno

Costo
estrazione
(50 €/t)

canone
ingresso

canone
annuo
% v.m.

canone
annuo

Entrata
comunale
(20 anni)

Guadagno
cava
(20 anni)

Can_ingr_base

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

1.600.000

8

1.600.000

33.600.000

346.400.000

Can_ingr_base x 2

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

3.200.000

8

1.600.000

35.200.000

344.800.000

Can_ingr_base x 4

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

6.400.000

8

1.600.000

38.400.000

341.600.000

Can_ingr_base x 6

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

9.600.000

8

1.600.000

41.600.000

338.400.000

Can_ingr_base x 8

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

12.800.000

8

1.600.000

44.800.000

335.200.000

Can_ingr_base x 10

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

16.000.000

8

1.600.000

48.000.000

332.000.000

Can_annuo 8% v.m.

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

1.600.000

8

1.600.000

33.600.000

346.400.000

Can_annuo 10% v.m.

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

1.600.000

10

2.000.000

41.600.000

338.400.000

Can_annuo 20% v.m.

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

1.600.000

20

4.000.000

81.600.000

298.400.000

Can_annuo 30% v.m.

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

1.600.000

30

6.000.000

121.600.000

258.400.000

Can_annuo 40% v.m.

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

1.600.000

40

8.000.000

161.600.000

218.400.000

Can_annuo 50% v.m.

20.000

1.000

20.000.000

1.000.000

1.600.000

50

10.000.000

201.600.000

178.400.000

v.m. : valore di mercato dei blocchi (€/t)
Can_ingr_base : canone d’ingresso posto a base di gara (una tantum);       Can_annuo : canone periodico (annuo)

 

Questo piccolo esempio ci fa capire l’ordine di grandezza delle entrate che perderemmo –per una sola cava da 20.0000 t/anno– con la gara comunale: immaginiamoci la perdita per il milione di t estratte ogni anno dalle cave di Carrara.

 

Il regolamento comunale sugli agri marmiferi: la rivoluzione abortita

In conclusione, se grazie alla Regione l’introduzione della gara pubblica sarà rinviata (mediamente di una ventina d’anni), anche allora gli industriali non dovranno preoccuparsi: il Comune si è già premurato di neutralizzarla. La gara, svuotata del suo elemento essenziale, ridurrebbe infatti la concorrenza ad una questione di pochi spiccioli. Gli unici a doversi preoccupare sono i carraresi che dovranno pagare più tasse per compensare la generosità di Comune e Regione verso gli industriali, gli unici ad arricchirsi con l’oro bianco della comunità. Oltre al danno, la beffa.

Ricordando ai consiglieri e alle forze politiche il loro dovere di perseguire l’interesse della comunità, chiediamo loro un sussulto di dignità, se ancora ne sono capaci.

Carrara, 28 febbraio 2015
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Sul Regolamento degli agri marmiferi:

 Le nostre osservazioni alla proposta di legge regionale sulle cave (testo integrale, 17/7/2014, 236 KB)

Subito l’osservatorio dei prezzi del marmo! Ogni ritardo sono milioni persi  (6/6/2014)

I beni estimati sono pubblici: inizia il coro dei piagnistei?  (13/5/1014)

Il PD vuole davvero l’Osservatorio dei prezzi del marmo?  (3/3/2014)

Istituire subito l’Osservatorio dei prezzi del marmo  (14/2/2014)

Beni estimati e regolamento: l’amministrazione non giochi a nascondino  (14/11/2013)

Consiglio comunale sugli agri marmiferi, la fiera dell’ipocrisia: bravi, ma state al vostro posto!  (1/6/2013)

Proposta di nuovo Regolamento agri marmiferi: intervento di Legambiente in consiglio comunale (30/5/2013)

Cave: preavviso agli amministratori. Chi non vuole la gara impoverisce i carraresi; ne risponda in proprio!  (2/4/2013)

Nuovo Regolamento degli agri marmiferi: la proposta Legambiente (G. Sansoni) (15/2/2013)

Agri marmiferi. Dal regolamento del 1994 ad oggi: problematiche e prospettive (I. Fusani) (15/2/2013)

Attività estrattive nel distretto del marmo: opportunità e criticità (F. Ferruzza)  (15/2/2013

Agri marmiferi, proposta di nuovo regolamento: introduzione (M. Antonioli) (15/2/2013)

Gli Atti dell’incontro di presentazione della proposta di nuovo Regolamento degli agri marmiferi (15/2/2013)

Ecco il nuovo Regolamento degli agri marmiferi proposto da Legambiente (9/2/2013)

La deliberazione su cave, beni estimati, regolamento agri marmiferi proposta da Legambiente al consiglio comunale (9/2/2013)

Su piano paesaggistico e nuova legge regionale sulle cave:

La lobby del marmo esce allo scoperto: è il PD. Vergogna!  (21/2/2015)

Le associazioni ambientaliste contro il maxi-emendamento PD al piano paesaggistico della Toscana  (20/2/2015)

Esplosivo dossier sulle cave apuane: le osservazioni di Legambiente  (18/11/2014)

Revisione della legge regionale sulle cave: le proposte di Legambiente  (14/10/2014)

Osservazioni al piano paesaggistico: più paesaggio, più filiera, più occupazione, meno cave, meno impatto, meno rendita  (29/9/2014)

Grandissime intese: piano paesaggistico “depotenziato” dalla lobby bipartisan del marmo  (27/6/2014)

La Regione protegga le sorgenti dalle cave di marmo  (27/3/2014)

Sui canoni di concessione delle cave, entrate comunali, illegittimità, proposte:

Cave: illegittimità e danno erariale. Esposto contro amministratori a Procura e Corte dei Conti (12/7/2012)

Basta regali alle cave: rilasciare le concessioni e porre fine al danno erariale (8/6/2012)

Regolamento agri marmiferi, tariffe, concessioni: serve una vera svolta (23/2/2012)

Più soldi dalle cave? Basta demagogia: il Comune rispetti la legge! (30/11/2011)

Tariffe marmo: ecco la proposta di Legambiente (6/5/2011)

Canoni di concessione cave: le scelte del Comune impoveriscono la città. Esposto a Procura e Corte dei Conti (14/10/2010)

 

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