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15/11/2014. Le responsabilità del sindaco sono ben più gravi di quelle del crollo dell'argine: i danni alluvionali (passati e futuri) sono "pianificati", in quanto strutturalmente insiti nella politica urbanistica (edificazione nelle aree inondabili, porto turistico, ecc.). Ecco la nostra analisi delle cause (partendo dai monti fino al mare) e le relative proposte, anche radicali.
Proposte per il nuovo Regolamento degli agri marmiferi: eliminare le illegalità, comprese le autorizzazioni con licenza ad inquinare; tutelare fiumi, sorgenti e sicurezza del lavoro; ridurre il rischio alluvionale; chiudere le cave con troppi detriti; attivare subito le gare pubbliche per le concessioni; premunirsi dall'elusione del canone ... e molto altro.
Testo e immagini della conferenza-dibattito nel primo anniversario dell'alluvione del Carrione. Spiegata la formazione dei picchi di piena e i fattori che li accentuano, si mostra come gli interventi abitualmente attuati dal Comune (viabilità montana, gestione cave, canalizzazioni delle acque, ecc.) accentuino il rischio alluvionale. Individuata dunque nel Comune la "fabbrica del rischio alluvionale", vengono indicate le misure da attuare.
Lo studio Seminara individua le inadeguatezze dell'alveo del Carrione al transito delle piene duecentennali e, di conseguenza, gli interventi necessari (in alveo e nel bacino montano) per la riduzione del rischio alluvionale. Insospettiti dalle portate di piena troppo elevate previste dalla Regione, abbiamo indagato sul modello idraulico utilizzato, scoprendo che è stato alimentato con alcuni dati errati. Si chiedono correzioni e si avanzano proposte.
Il documento, rivolto alle autorità locali, regionali e nazionali, spiega con dovizia di foto e argomentazioni perché i problemi causati dalla marmettola non saranno mai risolti finché non si smetterà di rilasciare autorizzazioni illegittime: vere e proprie licenze a inquinare. Fornisce inoltre dettagliati suggerimenti operativi di prescrizioni per ogni fase di lavorazione in cava.
Da oltre un decennio i tre quarti delle cave violano il Piano Regionale: in molte i blocchi sono sistematicamente meno del 10% del materiale estratto e i detriti superano il 90%; altre abbandonano gli scarti al monte (oltre mezzo milione di ton di terre l'anno), inquinando fiumi e sorgenti e accrescendo il rischio alluvionale. Sbaglia dunque chi parla di Far West: lì, infatti, lo sceriffo combatteva i banditi; qui, invece, il Comune è complice!
Il Water Front dell'Autorità portuale prevede tre ponti ravvicinati alla foce del Carrione! La proposta Legambiente è molto più vantaggiosa: generoso allargamento della foce e del ponte ferroviario; un solo ponte con piloni in alveo e un nuovo ponte sopraelevato, per l'accesso al porto; un parco costiero tra Carrione e Lavello. Quindi: più sicurezza idraulica e riqualificazione urbanistica, naturalistica e paesaggistica. Perché non accogliere la proposta?
Le sabbie dragate dal porto hanno troppo mercurio per usarle a ripascimento? No problem: basta ripulirle con un portentoso "detergente matematico" (si media l'inquinamento da mercurio con quello –più basso– di altri metalli pesanti). Vero genio (criminale)!
Con questo incontro il Coordinamento Apuano lancia il "Manifesto per le Alpi Apuane", una strategia matura e già in cammino per il loro futuro sostenibile.
Gli Atti raccolgono le relazioni, le presentazioni e gli interventi; denunciano l'impatto ambientale, economico, sociale e le illegalità della monocoltura del marmo; propongono alternative concrete.
La marmettola è un problema vecchio, ma ancora di grande attualità.
Per chi volesse saperne di più segnaliamo alcuni documenti fondamentali, a partire dai primi studi che hanno affrontato ed approfondito l'argomento.
Per ridurre il rischio alluvionale servono scelte coraggiose. Si propongono il ripristino degli alvei occupati da strade, la riduzione degli apporti solidi dai ravaneti, l'ampliamento dell'alveo delocalizzando le segherie, l'inedificabilità delle aree a pericolosità idraulica elevata, il ritiro del progetto di nuovo porto turistico e di ampliamento di quello commerciale.
27/3/14. Forte richiesta alla Regione di introdurre nelle cave l'obbligo di accorgimenti di protezione delle sorgenti, corredata dai processi inquinanti (marmettola, oli esausti), da precise proposte di misure e supportata da una solida base scientifica e iconografica (un centinaio di foto, tabelle, grafici, carte, bibliografia, ecc.)
25/5/13. L'idea dell'assessore all'ambiente testimonia la cialtroneria che governa la città. L'impianto è inammissibile perché in pieno Parco delle Apuane, in zona SIC e ZPS, con vincolo paesaggistico. È anche irrealizzabile per la viabilità inadeguata e per la ripida pendenza del versante.
11/8/12.
La passata presenza della criminalità organizzata nelle cave è già documentata e il pericolo è tuttora reale. Sindaco e industriali negano, ma la scarsa propensione dell'amministrazione alla legalità è già una condizione favorevole alle infiltrazioni mafiose. Chi ha paura dell'antimafia?
10/3/12. La TAV non è giustificata dalla domanda di trasporto e sottrae risorse alle vere priorità: costringe a tagli sui treni pendolari, a spremere i cittadini con tasse e tagli ai servizi. Non è quindi un problema locale, ma nazionale: permette grossi affari per pochi e colpisce duramente le condizioni di vita di tutti i cittadini. Il governo ascolti la Corte dei Conti e il mondo scientifico.
2012: gli amministratori si impegnano a "mettere in sicurezza" il territorio con argini. Ma siamo sicuri che sia la strada giusta? Il piano strutturale prevede nuova edificazione nelle aree inondabili, dopo la loro messa in sicurezza: è il modo migliore per aumentare il rischio e i danni alluvionali! Serve un'idea sana di sviluppo: interrompere il consumo di suolo e riqualificare il patrimonio edilizio esistente.